Cybercrime: nel 2014 in fumo 400 milioni di dollari

Secondo le rilevazioni del Data Breach Investigations Report di Verizon i furti di dati arrivano generalmente dall’Europa dell’Est, mentre il cyber-spionaggio avrebbe origine nell’Est asiatico. L’Italia fra i Paesi sotto i riflettori

Pubblicato il 14 Apr 2015

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Quattrocento milioni di dollari. Tanto sono costati alle aziende i crimini informatici, con una compromissione dovuta ai cyber attack di 700 milioni di dati. Quindi non solo danni gestionali, ma anche economici per la manomissione e il furto di informazioni tramite Internet. Dall’Est Europa arrivano generalmente i furti dei dati, dall’Est asiativo il cyber-spionaggio.E’ quanto emerge dal Data Breach Investigations Report (Dbir) 2015 realizzato da Verizon, che ha messo sotto la lente d’ingrandimento 80mila incidenti di sicurezza in 70 organizzazioni di 61 paesi nel mondo. E anche l’Italia non è risparmiata dall’azione dei criminali informatici.

Nell’analisi, Verizon rileva che sono il phishing e il cyber-spionaggio a confermarsi come le maggiori minacce che rendono vulnerabili le imprese e da cui le aziende dovrebbero proteggersi. Nove le tipologie di attacco messe in luce dal rapporto di Verizon e a cui possono essere ricondotti il 96% dei crimini informatici. Al primo posto con il 28,5% ci sono le intrusioni nei Pos, un furto che colpisce maggiormente il settore alloggi, l’intrattenimento e le vendite al dettaglio. Con il 18,8% dei casi è il crimeware a conquistare il secondo posto fra le maggiori minacce, un vero e proprio problema che tocca il settore pubblico, l’informazione e le vendite. Al terzo posto Verizon colloca infine lo spionaggio informatico con il 18%.

“Anche se non possiamo parlare di attacchi informatici specifici, possiamo affermare che l’Est Europa è l’area dalla quale, storicamente, ha origine il maggior numero di attacchi di skimming agli Atm e ai Pos – spiega Marc Spitler, Senior analist e co-autore del Verizon Data Breach Investigation Report – così come i casi di cyber-spionaggio provengono, storicamente, dai paesi dell’est asiatico. Tuttavia è importante evidenziare che l’attribuzione a un paese specifico o a un gruppo di paesi è tutt’oggi uno dei dati più complessi da individuare. Non ci basiamo esclusivamente sulla provenienza dell’indirizzo Ip per attribuire gli attacchi a un paese in particolare”.

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