Secondo il Digital Music Report di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) i ricavi generati dai servizi di musica digitale, per la prima volta, hanno pareggiato quelli derivanti dai supporti fisici. I ricavi digitali sono cresciuti del 6,9%, raggiungendo un valore di 6.9 miliardi di dollari, e arrivando a rappresentare così il 46% delle vendite di musica globale, a sottolineare ulteriormente la profonda trasformazione che l’industria musicale ha vissuto negli ultimi anni. I ricavi totali nel 2014 risultano tendenzialmente stabili, con una flessione dello 0.4% per un valore di 14.97 miliardi di dollari.
Il report mostra un’industria in continua trasformazione, con consumatori sempre più pronti ad accogliere i nuovi modelli di accesso ai servizi musicali tramite servizi di streaming gratuito e in abbonamento. Il ripido aumento dei ricavi dati da servizi in abbonamento (+39%) bilancia il declino del download (-8%) e guida i ricavi digitali, mentre il numero dei consumatori a pagamento per i servizi musicali è cresciuto del 46.4% raggiungendo quota 41 milioni.
I servizi di streaming in abbonamento sono ormai il cuore dell’industria musicale, rappresentando il 23% del mercato digitale e generando un ricavo trade di 1.6 miliardi di dollari. L’industria prevede una sostanziale crescita potenziale nel settore degli abbonamenti, con i nuovi servizi in avanzamento nel 2015 guidati da tre maggiori soggetti a livello globale: YouTube Music Key, Tidal di Jay Z e il servizio di sottoscrizione che si attende da Apple.
Frances Moore, chief executive di IFPI, ha affermato: “L’industria musicale ha sempre indicato una strada per le industrie creative nel mondo digitale. Tale leadership si conferma ancora oggi, in quanto la rivoluzione digitale dell’industria musicale continua attraversando nuove fasi, guidata dal desiderio degli utenti di accedere ai contenuti musicali, piuttosto che di possederli. Un riflesso di questo è certamente il risultato dei ricavi digitali che oggi, per la prima volta, raggiungono quelli del mercato fisico. Le maggiori statistiche del 2014 parlano da sole, con dei ricavi globali ancora largamente stabili, e una flessione dello 0.4%. La musica sta tracciando un percorso per sostenere una crescita anno dopo anno. Non ci aspettavamo una strada semplice, ma stiamo facendo dei grandi passi in avanti, accogliendo nuovi modelli, ascoltando, perseguendo e migliorando le scelte dei consumatori.”
L’industria discografica globale presenta un portfolio di differenti canali di consumo e modelli di business. Ciò è stato confermato dalla resistenza del formato fisico, che ancora corrisponde al 46% del mercato, così come dall’ancora sostanziale quota di ricavi digitali (52%) rappresentati dal download. Le vendite fisiche dominano ancora in alcuni mercati principali tra cui la Francia (57%), la Germania (70%), l’Italia (61%) e il Giappone (78%).
All’interno del mercato fisico, le vendite del vinile continuano a crescere con un +54,7% ed ora rappresentano il 2% dei ricavi globali. Anche in Italia si registra lo stesso trend per il vinile che nel 2014 ha segnato un +84% arrivando a rappresentare il 3% del mercato fisico. Ancora una volta a dimostrare l’impegno dell’industria nei confronti delle scelte dei consumatori proponendo musica ai fan con il più esteso ventaglio di possibilità e formati. Inoltre, sono aumentati dell’8.3% i ricavi per i diritti di performance che rappresentano il 6% dei ricavi dell’industria con un valore di 948 di miliardi di dollari.