IL REPORT

E-health: il 66% degli italiani dice “sì”, mobile e Fse sugli scudi

Secondo lo studio Universo Salute la maggioranza dei cittadini valuta positivamente i processi di digitalizzazione nella sanità

Pubblicato il 20 Apr 2015

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Dovendo moderare la tavola rotonda “La sanità integrativa alla sfida della sanità digitale”, ho avuto modo di avere in anteprima lo studio Universo Salute, realizzato da G&G Associated – azienda che svolge dal 2009 ricerca di mercato, sociale e d’opinione – e commissionato dal Fasi, il Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa costituito da Federmanager e Confindustria per la tutela dei dirigenti del settore industriale.

Allo studio, condotto mediante la somministrazione con tecnica mista (telefonica o online) di un questionario strutturato, hanno partecipato 3.800 persone rappresentative della popolazione italiana adulta per età, genere, istruzione, regione di residenza. Sono molto interessanti i risultati che emergono dallo studio.

Alla domanda sulle previsioni di evoluzione del livello di qualità delle prestazioni sanitarie erogate dal Sistema Sanitario Nazionale nei prossimi 4-5 anni, gli intervistati hanno risposto che peggiorerà per il 45,8% , rimarrà sui livelli attuali per il 34,8% e migliorerà per il 19,5%

In merito alle previsioni sull’evoluzione dei livelli di assistenza che il Sistema Sanitario Nazionale riuscirà a garantire nei prossimi 4-5 anni, gli intervistati prevedono che riuscirà a garantire gli stessi livelli di assistenza per il 18%, riuscirà a garantire solo in parte gli stessi livelli di assistenza per il 32,8%, non riuscirà a garantire gli stessi livelli di assistenza per il 32,5%, dipenderà da altri fattori (risorse a disposizione, andamento della crisi, ecc…) per il 16,7%.

Questo conferma che, pur mantenendo il sistema universalistico, i cittadini temono sempre di più che il Ssn non potrà far fronte ai bisogni emergenti non solo perché come conseguenza della spending review le risorse economiche sono – e saranno sempre di più – limitate e vi è la necessità di assicurare l’accesso a tutti i cittadini, ma anche perché i cittadini vivono di più ma spesso con diverse patologie (dunque complessi e fragili) e tutto ciò può e deve essere affrontato solo in ambienti territoriali/famigliari (integrazione socio sanitaria) che possano garantire una intensità di cura importante.

In merito alle previsioni sulla capacità di spesa sanitaria delle famiglie, e su quali sono i servizi sanitari a rischio di riduzione o posticipazione da parte delle famiglie nei prossimi 4-5 anni, non prevede di ridurre o rimandare le prestazioni sanitarie solo il 21.9% degli intervistati, mentre lo prevede il 78,1%, tagliando le cure odontoiatriche il 56,5%, la prevenzione sanitaria il 46,9%, arrivando a tagliare l’assistenza a malati cronici/persone non autosufficienti il 15,1%.

Questo aspetto conferma il disagio che vivono ampie fasce della nostra popolazione, sono infatti sempre di più le famiglie italiane che pagano di tasca propria le prestazioni sanitarie che il pubblico non riesce più a garantire e spesso, costrette dalla crisi economica, tagliano sulle spese sanitarie, in particolare quelle non coperte in tutto o in parte dal Ssn. Appare poi drammatico il dover tagliare l’assistenza ai malati cronici, che proprio per l’invecchiamento generale della popolazione tendono ad aumentare sia come numero che come problematicità della assistenza che va loro garantita (comorbidità, solitudine, fragilità in primis). Ma anche problematico appare il rinunciare alla prevenzione sanitaria, valendo sempre che è meglio prevenire che curare, ed è anche più economico, fra l’altro.

Alla richiesta di fornire idee e suggerimenti per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, il 92,9% degli intervistati evidenza la necessità di eliminare gli sprechi e combattere la corruzione, il 66,3% indica la informatizzazione del Ssn, gestendo tutto on line e tramite computer, il 60,9% chiede di facilitare il ricorso alle coperture sanitarie integrative, il 6,1% vorrebbe che il Ssn assistesse solo gli anziani.

Gli italiani sono quindi sempre più preoccupati per il ripetersi di episodi di corruzione e concussione anche in ambito sanitario, come ormai riportato costantemente dai media – quanti soldi destinati alle cure sanitarie sono invece dirottati nelle tasche dei corruttori e loro complici? Non basterebbe eliminare o ridurre la corruzione per poter di conseguenza prevedere meno tagli?

Fa invece piacere notare che ben il 66,3% degli intervistati valuta positivamente l’informatizzazione del Ssn, cioè l’applicazione all’area medica e a quella della assistenza sanitaria dell’Information and Communication Tecnology Ict. Oggi la tecnologia sempre più facilita l’efficientamento dei processi sanitari, con alcune keywords come la telemedicina, m_health, il fascicolo sanitario elettronico (Fse) e i certificati medici telematici che richiedono l’armonizzazione delle soluzioni e-Health nonché la dematerializzazione dei documenti sanitari che necessariamente devono essere in forma digitale.

La richiesta di facilitare il ricorso alla coperture sanitarie integrative è proprio la conferma che molti italiani ritengono che la sanità integrativa potrebbe rappresentare una straordinaria risorsa integrando il livello di copertura garantito dal Ssn e riducendo le disuguaglianze che esistono in termini di capacità assistenziale tra le diverse Regioni.

Vorrei concludere con il 6,1% il quale vorrebbe che il Ssn assistesse solo gli anziani, se le soluzioni di mhealth vengono integrate in una soluzione più ampia di Telemedicina, ecco che si possono realizzare modelli di assistenza e cura innovativi, grazie ai quali è possibile interagire con tutti i pazienti più fragili direttamente presso il proprio domicilio e per mezzo dei quali il paziente empowered e le famiglie possono avere un ruolo sempre più attivo nel mantenimento/miglioramento della propria condizione di salute e benessere. Si avrebbe certamente una riduzione dei costi e una migliore assistenza socio sanitaria.

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