“In questo momento tutto è prematuro, non c’è niente di cui parlare, sono cose che per adesso sono sopra le nostre teste”. Così ha replicato Gina Nieri, consigliere d’amministrazione del gruppo Mediaset, a chi le chiedeva dei rapporti con il gruppo Vivendi del finanziere bretone Vincent Bollorè e se ci sono stati dei contatti. A margine dell’inaugurazione della Scuola di Giornalismo dello Iulm di Milano, è stato poi chiesto a Nieri dell’ipotetica alleanza a tre fra Vivendi, Mediaset e Telecom e il consigliere d’amministrazione del Biscione è stata lapidaria: “Per ora è fantascienza, vedremo”.
Secondo Affari&Finanza di Repubblica il ciclone Vivendi si prepara a riscrivere (da Parigi) il futuro delle tlc e probabilmente delle tv tricolori. Il finanziere bretone Vicnet Bollorè che, dopo aver imparato a conoscere misteri e debolezze del capitalismo di relazione italiano grazie a una dozzina di anni come azionista di Mediobanca, ha deciso di fare da sè.
Applicando alla lettera la regola aurea di Enrico Cuccia – “Articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto”- Bollorè, scrive Affari&Finanza di Repubblica, si prepara a fare shopping tra i resti degli ex salotti buoni italiani. Il gruppo francese sarà presto il primo azionista di Telecom Italia e ha le risorse per ulteriori acquisti. In questo quadro si colloca il corteggiamento di Bollorè a Silvio Berlusconi.
Il suo obiettivo, riferisce il settimanale, è quello di essere un investitore di lungo termine in Italia. Gli osservatori esterni, leggendo il suo curriculum vitae, si sono fatti un’altra idea: punta a guadagnare soldi. Tanti, come è riuscito a fare quasi sempre in passato. Senza preoccuparsi se per arrivare alla meta deve rompere vecchie amicizie o perdere per strada qualche partner.
Dopo Telecom quindi, la preda successiva – secondo Affari&Finanza – potrebbe essere Mediaset. Silvio Berlusconi cerca partner per il suo gruppo e sogna da sempre un asse con Telecom Italia. In molti quindi hanno cominciato a ipotizzare un asse a tre che sulla pietra angolare dello storico rapporto tra Arcore e l’imprenditore bretone possa far quadrare il cerchio facendo convergere tra di loro Telecom, Vivendi e Mediaset. Certo, conclude il giornale, si tratta di settori e temi sensibili e quindi servirà una sorta di informale nulla osta politico.