TELECOM ITALIA

Telecom Argentina, al rush finale la vendita a Fintech

Secondo Il Sole 24 Ore a giugno la Secreteria de comunicaciones darà il via libera all’operazione da 960 milioni. In arrivo anche l’ok dell’Antitrust di Buenos Aires al break up di Telco

Pubblicato il 21 Apr 2015

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L’attesa vendita di Telecom Argentina alla Fintech di David Martinez potrebbe arrivare per il prossimo giugno. Lo riporta stamane Il Sole 24 Ore citando fonti locali ben informate. Da tempo Telecom Italia attende di completare questa vendita da 960 milioni di dollari stabilita in origine a fine 2013. Finora all’operazione del miliardario messicano si erano opposti diversi fattori, dalla svalutazione del peso argentino alle ritrosie della presidentessa argentina Cristina Kirchner.

In pratica si attende ore il via libea della Secreteria de comunicaciones che potrebbe anche sbloccare il dossier dell’antitrust argentina sullo scioglimento della holding Telco di Telecom Italia. In pratica questo sarebbe un passaggio fondamentale in vista del trasferimento delle quote di Telecom Italia controllate da Telefonica a Vivendi che, come noto, rileverà l’8,3% del capitale votante nell’ambito della cessione alla stessa Telefonica della sua controllata brasiliana Gvt.

Il ritardo nella vendita di Telecom Argentina è stata determinata da una serie di fattori come la svalutazione del peso argentino e la contrarietà della presidentessa argentina Cristina Kirchner. Adesso che questi elementi sembrano essere passati in secondo piano, Telecom attende il via libera.

Nell’ottobre del 2015 a quasi un anno dalla presentazione dell’offerta da parte di Fintech e con due mesi di ritardo rispetto alla scadenza prevista, Telecom ha accettato la proposta del fondo messicano per la cessione di Telecom Argentina a 960 milioni di dollari, ma nell’ambito di un accordo che prevede più tutele per l’azienda guidata da Marco Patuano. L’impegno di Fintech sarà infatti “garantito da un pegno di un titolo collaterale del valore di 600,6 milioni di dollari”, si leggeva nella nota. Vale a dire che il gruppo delle telecomunicazioni emetterà un bond ad hoc per quella cifra e il fondo di David Martìnez lo sottoscriverà per poi costituirlo in pegno a favore della stessa Telecom International e della capogruppo.

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