Telecom nel mirino di Agcom: “Per offerta Tutto Voce non tutela consumatori”

L’Authority diffida l’azienda: manca espresso consenso dei consumatori nel passaggio dal servizio universale al nuovo listino in vigore dal primo maggio. Si temono effetti sulla spesa mensile a carico degli utenti. Il presidente di Ti Recchi: “Utenti informati, abbiamo fatto quel che dovevamo”

Pubblicato il 22 Apr 2015

Assenza di un espresso consenso da parte del consumatore. E, di conseguenza, scarsa chiarezza sulla spesa mensile. Queste le due criticità evidenziate da Agcom nel valutare la nuova offerta di linea fissa “Tutto Voce” che Telecom Italia si prepara a lanciare il prossimo primo maggio e che prevede la migrazione dei clienti dal cosiddetto servizio universale (connessione alla linea RTG) – ossia il servizio di connessione alla rete di comunicazione pubblica in postazione fissa – al nuovo piano tariffario.

“A seguito delle attività di verifica della manovra proposta da Telecom Italia svolte in questi mesi, l’Autorità ha riscontrato alcune criticità in relazione a due profili di tutela previsti dalla normativa – si legge nella nota dell’Authority -:l’esaustiva e trasparente informazione resa alla clientela, anche al fine di garantire un corretto esercizio del diritto di recesso; la tutela del diritto di scelta per gli utenti che utilizzano il c.d. servizio universale, in sostanza quei clienti che hanno attivo il servizio di connessione alla rete di comunicazione pubblica in postazione fissa (accesso alla linea RTG) e che non hanno attivato in passato offerte tariffarie aggiuntive rispetto a tale servizio”.

Di qui la decisione, da parte del Consiglio di Agcom del 20 aprile e su proposta del relatore, Antonio Nicita, di dare il via ad un provvedimento di diffida nei confronti della società guidata da Marco Patuano e Giuseppe Recchi al rispetto degli articoli 53, 54, 70 e 71 del Codice delle comunicazioni elettroniche. Agcom “richiama” l’azienda ad una “maggiore trasparenza e ampiezza dell’informazione”, un principio, generale e di estrema importanza per l’Autorità, di tutela dei consumatori, “da rispettare in caso di proposta di modifica delle offerte commerciali”. Inoltre, la tutela di quei consumatori che dalla connessione alla linea RTG (servizio universale) passerebbero all’offerta “Tutto Voce” – evidenzia Agcom – ha portato l’Autorità a rilevare l’assenza di un espresso consenso da parte del consumatore, elemento ritenuto critico anche per gli effetti sui livelli di spesa mensile derivanti dal passaggio ad un servizio ulteriore rispetto al servizio base di collegamento alla rete”.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il presidente di Agcom Angelo Marcello Cardani puntualizza che “c’è una grossa manovra tariffaria di Telecom che ha tutta una serie di punti apprezzabili e sui quali non intendiamo fare alcun rilievo. Anzi: diciamo come carattere generale che il passaggio da 17 regimi di prezzo a 3 di per sé è uno sforzo importante che per Telecom ha probabilmente una valenza di marketing. Noi come regolatori apprezziamo la semplificazione e la trasparenza”. Ma, aggiunge il presidente dell’Authority “ci sono alcuni aspetti che non possiamo approvare e che derivano dal fatto che Telecom ha la concessione del servizio universale che porta vantaggi ma anche obblighi”.

“Abbiamo fatto di tutto per informare gli utenti. Ci siamo comportati come dovevamo, il nostro obiettivo è quello di andare verso una semplificazione”, è la risposta del presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, nel commentare la diffida dell’Agcom sulle nuove condizioni contrattuali.

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