TELEVISIONE

Guerrieri (Ses): “Serve modello Tv ibrido terrestre-satellitare”

Il dg per l’Italia: “Lo spettro verrà riorganizzato nei prossimi 15 anni, e diventerà prezioso con l’adozione universale dell’HD. La trasmissione via sat richiede investimenti più bassi rispetto alle infrastrutture terrestri, e in mobilità offre servizi 25 volte più efficienti”

Pubblicato il 23 Apr 2015

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“Il digitale terrestre, come ha dimostrato lo switch-over del 2012, è una risorsa estremamente preziosa ma non è la sola piattaforma distributiva su cui i broadcaster debbono contare: sappiamo che le radiofrequenze televisive verranno sensibilmente riorganizzate nei prossimi 15 anni”. Lo ha detto Pietro Guerrieri (nella foto), direttore generale di Ses Astra Italia, partecipando a Roma alla Camra dei Deputati alla presentazione del primo volume “I quaderni di Confindustria Radio Tv”.

“Sembrano molti anni – sottolinea Guerrieri – ma è forse solo un periodo congruo per cominciare a mettere le basi di un’ulteriore ottimizzazione di una preziosa risorsa, che diventerà scarsa quando l’HD diventerà lo standard anche in Italia. Ma gli sforzi e gli investimenti sopportati dagli operatori nel 2012 sono ancora troppo recenti per poter soltanto immaginare un secondo switch-off nei prossimi anni”.

La soluzione, secondo il dg, è nella costruzione di “un vero modello ibrido terrestre-satellitare, che potrebbe risparmiare – dice – fino a un terzo degli investimenti necessari e distribuire il doppio dei contenuti per ogni euro investito. Nelle connessioni punto-multi punto, quelle per la diffusione dei contenuti radio TV, il satellite offre un livello di costi ed investimenti che sono di un ordine di grandezza inferiore a quelli delle infrastrutture terrestri. Per i servizi in mobilità, l’infrastruttura dorsale satellitare è 25 volte più efficiente di quella delle reti terrestri”.

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