La trimestrale di Google delude le attese ma non preoccupa il mercato. I risultati, in crescita ma inferiori al consensus, risentono di un calo del business della pubblicità e del rafforzamento del dollaro, ma il colosso di Mountain View continua a convincere i suoi investitori con i suoi molteplici progetti, tra cui l’ultimo, in ordine di tempo, è l’ingresso – ormai ufficiale – sul mercato della telefonia mobile come Mvno.
Big G ha chiuso i primi tre mesi del 2015 con ricavi pari a 17,26 miliardi di dollari, in rialzo del 12% rispetto ai 15,4 miliardi del primo trimestre 2014 ma sotto le previsioni che puntavano su 17,5 miliardi. Al netto dei costi per acquisire traffico, il dato è pari a 13,91 miliardi di dollari, sotto i 14 miliardi attesi dagli analisti. Tuttavia, depurato dall’effetto valutario, il giro d’affari è cresciuto del 17%.
Gli utili sono saliti del 4% a 3,59 miliardi di dollari, o 5,20 dollari per azione. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono stati pari a 6,57 dollari, meno dei 6,61 dollari del consensus degli analisti.
Google paga il rallentamento del business tradizionale della pubblicità sul suo motore di ricerca e l’agguerrita concorrenza di Facebook sui dispositivi mobili. Proprio il social network di Mark Zuckerberg ha appena riportato per lo scorso trimestre un aumento dei ricavi del 42% a 3,54 miliardi. Per Google, i click a pagamento sono aumentati del 13% anno su anno ma sono calati dell’1% rispetto al trimestre precedente e il costo per click è sceso del 7% su base annua e del 5% su base sequenziale. Inoltre, i costi di acquisizione traffico sono saliti da 3,2 a 3,3 miliardi in un anno e le spese operative sono passate da 5,3 a 6,4 miliardi.
Tuttavia sui conti del gruppo di Mountain View grava ancor di più, nell’immediato, il rafforzamento del dollaro: “Se i tassi di cambio fossero rimasti invariati dal primo trimestre 2014 al primo trimestre 2015, le nostre revenues sarebbero state più alte di 795 milioni di dollari”, spiega Google in una nota.
Il mercato, che aveva già premiato Big G con un rialzo dell’1,3% dopo l’annuncio ufficiale dell’ingresso nella telefonia mobile, non ha mostrato preoccupazioni per i risultati trimestrali: nell’after-hours il titolo ha corso di oltre il 4%.
Google ha presentato ieri il progetto – anticipato da tante indiscrezioni di stampa – che ne fa un Mvno e cui ha dato il nome di Project Fi. Google sarà operatore mobile virtuale grazie alla collaborazione con gli operatori americani T-Mobile e Sprint. “Say hi to Fi”, ha annunciato il blog dell’azienda. “È essenziale oggi essere veloci ovunque, facili da utilizzare e accessibili a tutti”.
Il nuovo servizio wireless di Google consente agli utenti di pagare solo i dati che usano e fa largo uso delle reti wi-fi (come suggerisce il nome stesso del progetto), riducendo così il consumo dei dati e mantenenendo basso il costo della bolletta per l’utente finale. Il servizio funzionerà inizialmente solo su Nexus 6, ultimo modello dello smartphone prodotto da Motorola per Google, perché unico ad avere il necessario software per fare il passaggio veloce da una rete all’altra, e sulle reti di Sprint e T-Mobile, interscambiabili a seconda della forza del segnale. Il costo è di 20 dollari al mese per voce ed sms illimitati più 10 dollari per gigabyte di dati usato. L’utente compra un pacchetto di dati in base all’utilizzo che prevede di farne, per esempio 3 GB per 30 dollari; la quota non usata gli viene restituita sotto forma di credito a fine mese.
Si tratta di una proposta che ha lasciato perplessi alcuni osservatori: potrebbe convenire a chi non usa molti dati, ma essere cara per chi ne fa un uso pesante. Tuttavia, stando ad alcuni studi, ogni mese gli americani lasciano inutilizzati in media 28 dollari di “pacchetti” di dati e questo potrebbe rendere popolare la nuova formula adottata da Google. E’ anche difficile capire quale sia il reale costo per l’utente della componente dati, perché non è prevedibile quanto riuscirà a sfruttare gli hotspot wi-fi e quanto dovrà ricorrere invece alle reti cellulari. Google però sottolinea che i suoi utenti potranno accedere a una rete di oltre 1 milione di hotspot, oltre che usare le reti Lte degli operatori partner. “Questa tecnologia vi farà navigare veloci mentre terrà i costi bassi”, dice Google.
C’è anche la questione del costo del device. Nexus 6 costa 649 dollari più Iva, comprandolo direttamente da Google (si può anche acquistare a rate, per 27 dollari al mese).
In compenso, c’è un’innovazione che riguarda il roaming: incluso nell’offerta (ma entro i 256kbps) in 120 Paesi, Italia inclusa. Per chiamate ed sms il costo aggiuntivo sarà invece di 20 centesimi. E soprattutto, chi si abbona a Google come Mvno potrà accedere al servizio di telefonia mobile su altri device. La novità più rilevante di Project Fi è infatti la virtualizzazione della sim: sarà possibile accedere al proprio numero via cloud da ogni dispositivo connesso con Google Hangouts. “Il vostro numero di telefono è nel cloud, perciò potrete parlare e mandare sms con il vostro numero su qualunque telefono, tablet o laptop”, spiega Google. Basterà avere un device che supporta la piattaforma di messaging e video chat di Google, registrandovi il proprio numero Fi. Così il Project Fi rafforza l’intero ecosistema Google, dal sistema operativo Android ai suoi molteplici servizi.