Agcom, in Italia la fibra mette il turbo: 100mila nuovi utenti al mese

Secondo i dati dell’osservatorio trimestrale Agcom, aggiornati a dicembre 2014, gli abbonati complessivi alla rete superveloce hanno raggiunto quota 800mila a discapito dell’Adsl che ne perde 200mila. In contrazione le linee fisse. E si conferma anche il calo di quelle mobili, ma per effetto della “razionalizzazione”

Pubblicato il 24 Apr 2015

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L’adozione della fibra ottica continua costante al ritmo di 100 mila utenti al mese, già 800 mila a fine 2014, mentre cala l’Adsl (meno 200 mila linee). E’ il quadro di una Italia telefonica che cambia, quello raffigurato dai dati del nuovo Osservatorio Trimestrale Agcom aggiornato a dicembre 2014.

La crescita degli accessi Ngn, innanzitutto. Non si può parlare di boom, forse, dato che l’aumento è costatne da un anno ed è almeno in parte fatto a scapito dell’Adsl. Il saldo della banda larga fissa è comunque positivo (14,37 milioni di linee, contro i 14,04 di dicembre 2013), per fortuna, considerato che già l’Italia tutt’altro che brilla in Europa per livelli di adozione. Forse un gradino nella crescita ci sarà quest’anno, quando per la prima volta la copertura fibra toccherrà il 50 per cento della popolazione (a fine 2014 era appena al 20 per cento).

“A dicembre 2014 gli accessi NGA rappresentano il 3,8% delle linee complessive ed il 5,4% di quelle broadband”, si legge nell’Osservatorio. “Rimane tuttavia consistente il ritardo rispetto agli altri partner europei (accessi NGA pari al 10% del totale in Francia, al 20% in Germania, 28% in Spagna, 32% nel Regno Unito)”.

La tendenza rivela che l’Adsl è in decadenza, a vantaggio di nuove tecnologie, tra cui non c’è solo la fibra ma anche il Fixed Wireless Access (+104 mila utenti nel 2014).

In generale si contrae ancora il mercato delle linee fisso (meno 520 mila linee nel 2014), per altro con un’accelerazione rispetto al 2013 e 2012 sugli anni precedenti.

Si conferma anche il calo delle linee mobili (meno 2,7 milioni in un anno), ma a differenza del fisso non è una perdita di utenti bensì una razionalizzazione (e quindi un dato potenzialmente positivo per gli operatori). Ossia diminuiscono gli utenti multi-sim, dato il successo dei piani con canone fisso. E le sim inutilizzate vengono disattivate, quindi scompaiono dal computo.

Sulle quote di mercato, il dato più rilevante è il calo di Vodafone. “La quota di Telecom Italia resta stabile, mentre di rilievo è la diminuzione, su base annua, della quota di Vodafone”, si legge. Meno 2,3 per cento. Tim supera Vodafone anche nel mercato residenziale, dove era al secondo posto dal 2011 (sempre restata prima invece, con grande distacco, sul mercato business).

Wind riduce quindi le distanze, ma resta terza. Aumenta la quota dei virtuali, dove Poste e Fastweb sono sempre al primo e secondo posto, ma in calo, a vantaggio di nuovi entranti, tra cui spicca in particolare l’operatore etcnico Lycamobile.

Consueto anche l’aumento del traffico dati mobile, che interessa ora 43 milioni di sim in un anno (+15,7%). Calano ancora le sim solo dati, ossia gli utenti che navigano da tablet o chiavetta, a vantaggio quindi degli smartphone.

I DATI COMPLETI DELL’OSSERVATORIO

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