Sei giovani del Polimi si aggiudicano i Laps

Pubblicato il 24 Apr 2015

Sei giovani universitari di ingegneria del Politecnico di Milano, insieme a Capgemini Italia, si sono aggiudicati l’edizione di quest’anno di Lake Poli School (LaPS), l’innovativo progetto del Polo Territoriale di Como che permette ai giovani talenti universitari di misurarsi con dinamiche di business reali. “LaPS – si legge in una nota di Capgemini – è un’iniziativa interdisciplinare, in sinergia con enti pubblici e privati, che coinvolge studenti selezionati e motivati di Ingegneria Ambientale, Informatica e Gestionale della laurea magistrale. Gli studenti, suddivisi in gruppi di lavoro interdisciplinari e internazionali, sotto la guida dei ricercatori del Politecnico di Milano e dei tutor aziendali, sviluppano i Business Case sottoposti da aziende o da associazioni no profit del territorio”.

Nell’ambito di questo progetto sviluppato in sinergia con Capgemini Italia, il gruppo di lavoro ha rivolto la propria attenzione alla comprensione del segmento del mercato televisivo legato all’offerta di contenuti premium in ambito sportivo, fruibili attraverso second-screen, nello specifico applicato alle partite di calcio. “Il second screen – spiegano da Capgemini – si riferisce all’utilizzo di un dispositivo mobile, come un tablet o uno smartphone, per fornire una migliore esperienza di visione dei contenuti provenienti da un altro dispositivo, come un televisore, facendo “vivere” l’evento sportivo attraverso la fruizione di dati in tempo reale provenienti da divise ‘smart’, dotate di dispositivi wearable, indossate dai giocatori.

“La percentuale di italiani che segue almeno uno sport in televisione è dell’80%, e tra tutti gli sport il calcio detiene una netta preferenza. Inoltre, ulteriori trend di mercato evidenziano una notevole diffusione di dispositivi wearable, con una crescita del 190 per cento nel 2014, di smartphone e tablet e del loro utilizzo quotidiano, con un incremento dell’11% nel 2014 e lo sviluppo di 25.000 nuove app ogni mese – afferma Antonio De Crescenzo, vice president e responsabile della unit solution & integration di Capgemini Italia – L’analisi del modello di business proposto ha evidenziato le enormi opportunità create dalle nuove tecnologie nel mercato dei media-entertainment”.

L’utilizzo dei sensori nelle divise sportive permette allo spettatore di sentirsi coinvolto direttamente con la propria squadra del cuore, integrando una vasta gamma di statistiche con dati real-time relativi alle condizioni fisiche del giocatore. La possibilità di condividere le proprie idee e commenti a riguardo con la propria rete social realizzano un modo completamente nuovo di vivere le imprese sportive dei nostri atleti preferiti.

“Come Politecnico siamo molto fieri di questa iniziativa interdisciplinare – sottolinea Marco Brambilla, Professore del Politecnico di Milano – perché coniuga l’esigenza degli studenti di studiare aspetti tecnici o manageriali inerenti al proprio corso di studi e al contempo apprendere metodi e modi di lavorare di altri settori. Gli studenti sperimentano anche il lavoro in team, interagiscono con realtà aziendali per affrontare problemi reali la cui soluzione non è affatto nota a priori. Anche le aziende ci hanno sempre fornito un feedback molto positivo sull’esperienza, grazie alla quale hanno potuto beneficiare di risorse giovani, che portano punti di vista nuovi e spesso inattesi nella risoluzione dei problemi. Nel caso del progetto Capgemini, la sfida per gli studenti è stata notevole in quanto ha coinvolto aspetti legati all’hardware per determinare i dispositivi e sensori indossabili dai giocatori, al software per specificare e prototipare le applicazioni second-screen per l’utente finale, e allo studio del mercato e del business model in un settore molto presidiato, quale è quello del calcio”.

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