IL PUNTO DI VISTA

Spending review, Gutgeld e Perotti guardino allo smart working

Il consigliere nazionale Federmanager: “I quattro miliardi di risparmi necessari al Governo per il piano di riduzione dei costi possono venire dal telelavoro. E la nostra terapia non pesta i piedi a nessuno”

Pubblicato il 28 Apr 2015

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Qualche tempo fa, si fa per dire era solo il 2011, sotto il Governo Berlusconi non si parlava ancora di spendig review ma di un imminente preannunciato default del Paese che assisteva all’impennarsi dello spred quale segnale di inevitabile crisi.

Nello stesso periodo Federmanager, la Federazione dei dirigenti industriali, avviava una campagna volta a dimostrare che l’adozione di modalità di lavoro innovative, “Smart-Work”, usualmente attive nella maggior parte dei paesi europei e in Usa, avrebbe potuto determinare consistenti economie di scala e indubbi benefici in termini di maggior produttività ed innalzamento dei livelli di qualità della vita dei lavoratori.

A dimostrazione di quanto si andava dicendo, venne commissionata un’indagine all’Università di Roma Tor Vergata il cui risultato non fece che confermare quanto emergeva dalle esperienze di realtà multinazionali fortemente propense all’utilizzo di modalità di “telelavoro” nei paesi d’origine ma presenti anche nel nostro Paese con unità produttive e commerciali.

Anche in questo campo il nostro Paese doveva purtroppo indossare la maglia nera degli ultimi in classifica.

Con uno scarso 2/3 percento di forza lavoro impiegata in modalità “non tradizionale”, rispetto ad una media europea di oltre l’otto percento e punte di oltre il trenta percento del nord America, ci sedevamo infatti sull’ultimo scalino della gradinata.

Da allora ad oggi poco o nulla è cambiato rispetto ai parametri indicati salvo che il nostro Paese è rimasto pervicacemente ancorato ai livelli più bassi della classifica dell’Europa a ventotto.

In realtà qualcosa è cambiato, si sono succeduti tre nuovi governi ed ognuno ha inserito nei propri programmi la parola magica “Spendig review”. Sono stati nominati altrettanti commissari con la missione di individuare tutte le possibili sacche di sprechi al fine di recuperare risorse preziose da destinare ad investimenti o almeno al recupero del disavanzo corrente.

Ma anche questa iniziativa sembra rimasta accantonata tra numeri e buoni propositi.

Proprio ieri, sulle prime pagine di un importante quotidiano nazionale, appariva questo titolo: “Spending review mancano 4miliardi”.

Ma Federmanager i quattro miliardi, in maniera stabile e crescente, li aveva già da tempo individuati sollecitando a più riprese i rappresentanti dei governi Berlusconi, Monti, Letta , Renzi , ad attivarsi per varare provvedimenti legislativi in grado di favorire un’adozione generalizzata del “telelavoro”.

Fu dimostrato che il passaggio dal 2 al 7% da modalità tradizionali a soluzioni cosiddette di “smart-work” avrebbe consentito importanti ritorni economici corrispondenti ad un quarto di punto del Pil, oltre agli indubbi vantaggi più volte esposti: gestione familiare, maggiore produttività, riduzione costi di gestione del patrimonio immobiliare, riduzione dei costi dei trasporti e relativo inquinamento atmosferico, riduzione delle malattie professionali, stabilizzazione dei posti di lavoro, contributo alla ripresa di un comparto produttivo, quello dell’Ict, in crisi da oltre un decennio.

Ci auguriamo che ”l’accoppiata“ Gutgeld e Perotti sia più sensibile ai nostri suggerimenti considerando che la terapia che proponiamo, a differenza di altre, non pesta i piedi a nessuno.

* Consigliere Nazionale Federmanager

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