Far convivere tradizione e innovazione. È la scommessa, almeno quella da giocare nel breve-medio termine, per tutti i grandi player nel campo dei buoni pasto che operano in Italia: riuscire a far coesistere il caro vecchio blocchetto cartaceo insieme alla tessera magnetica e alla possibilità di spendere i propri buoni pasto utilizzando uno smartphone, grazie ad esempio all’Nfc. E’ la scelta ad esempio di Endered, che ha da poco presentato un’app ideata per Ticket Restaurant che consente di leggere i buoni pasto direttamente dallo smartphone.
Partiamo dal cartaceo: è il sistema più diffuso, anche se per certi versi più macchinoso. Ad accettare i buoni di carta sono la maggior parte dei punti vendita, e questo garantisce una rete capillare a cui sarebbe difficile rinunciare da un giorno all’altro. Intanto si è trovata la soluzione di “smaterializzare” i buoni al momento del loro utilizzo, con i tagliandi che vengono “acquisiti” da un lettore ottico che digitalizza le procedure e garantisce la validità dei buoni in tempo reale. Procedura che solleva tra l’altro gli esercenti dall’ impacchettare e spedire i buoni per averne il rimborso.
Ma al di là del cartaceo il sistema che sta prendendo piede è quello delle tessere magnetiche. Una soluzione che potenzialmente potrebbe togliere di mezzo la carta, a condizione che tutti gli esercenti accettino di dotarsi del Pos per la lettura dei buoni pasto elettronici. Una semplificazione dalle grandi potenzialità, ma che paradossalmente appare ancora fin troppo complicata: non esiste uno standard unico per la lettura di tuttie le tessere magnetiche sul mercato, e oggi un negoziante dovrebbe dotarsi di almeno 4-5 pos differenti, oltre a quelli che ha già per la lettura di carte di credito e Bancomat, per poter “scaricare” ogni genere di buono pasto. Così i negozianti sono spesso restii ad affrontare nuove spese, soprattutto nel momento in cui, se non si tratta di supermercati ma di negozi di piccole-medie dimensioni, il gioco non varrebbe la candela, con soltanto pochi clienti che si presenterebbero alla cassa per spendere i propri coupon.
Proprio per dare una risposta a queste obiezioni inizia a prendere corpo la richiesta al Governo di intervenire non soltanto per incentivare il buono elettronico, come è appena avenuto con le nuove norme sulla deducibilità fiscale, ma anche limitando la possibilità di spesa giornaliera nello stesso esercizio: proposta mirata a evitare che si utilizzi un intero blocchetto per “fare la spesa”, incentivando invece un utilizzo dei buoni in più negozi e con frequenza più alta. Una misura cioè pensata per favorire i commercianti più piccoli, e rendere più capillare sul territorio la rete dei buoni pasto elettronici.
Ma la questione del proliferare dei Pos potrebbe essere risolta da un semplice accordo tra le aziende: è la soluzione a cui sono giunte Sodexo Benefits & Rewards Services, Qui Group e Day Ristoservice Group Up, che da sole rappresentano una fetta consistente del mercato dei buoni pasto in Italia, dando vita a un protocollo d’intesa per la creazione di un Pos unico “multicard”. Un accordo che, sottolineano i promotori, è da considerarsi soltanto come un punto di partenza, aperto all’adesione e alla partecipazione di tutti gli altri player del settore, con l’obiettivo della creazione di un’infrastruttura condivisa. Il nuovo strumento, inoltre, sarà anche in grado di smaterializzare il buono pasto cartaceo, garantendo così agli esercenti che aderiranno la validità dei buoni e la certezza dei rimborsi.
“In questo modo – commenta Sergio Satriano, managing director di Sodexo Benefits & Rewards Services – si può contribuire in maniera concreta a una valorizzazione del buono pasto come benefit integrativo, incrementandone la diffusione e migliorando il funzionamento dell’intero sistema per tutti gli attori della filiera. Auspichiamo – conclude – che presto tutti gli operatori del mercato vi aderiscano”.
“Abbiamo voluto dare una risposta concreta alle esigenze del mercato al fine di renderlo più semplice per tutti. Si tratta di un accordo storico che arriva a raggruppare circa un 50% delle quote del mercato italiano – aggiunge Luigi Ferretto, amministratore delegato di QUI! Group – Il buono pasto è la prima forma di welfare aziendale ed è necessario sostenerlo anche nell’ottica della nuova normativa di riferimento”.
Sulla digitalizzazione di tutto il processo insiste anche Marc Buisson, amministratore delegato di Day Ristoservice – Group UP: “Il passaggio del buono pasto all’elettronico – afferma – garantisce un sistema più trasparente, tracciato e integrato. La bontà del sistema è confermata dalla tendenza alla digitalizzazione in tutti gli altri Paesi in cui opera il nostro Gruppo. Per questo Day si impegna in prima linea per promuovere l’accordo. Una rete condivisa e multiservizio è prerogativa fondamentale per questa evoluzione anche sul mercato italiano”.