Il mercato globale delle piattaforme per la Internet of Things (IoT) di terze parti (non realizzate in-house ma da fornitori esterni) crescerà a ritmi sostenuti nei prossimi anni, secondo gli ultimi dati pubblicati da Berg Insight. Gli analisti prevedono che le revenue totali delle piattaforme IoT cresceranno a un tasso annuale composito (Cagr) del 32,2%, portandosi da 450 milioni di euro nel 2014 a 2,4 miliardi nel 2020. Le piattaforme IoT di terze parti sono relativamente nuove ma in rapida espansione grazie anche alla grande varietà in termini di funzioni e aree applicative.
In via generale, le piattaforme per la IoT ricadono in una di queste categorie: piattaforme per la gestione della connettività, piattaforme per la gestione dei device, e piattaforme che abilitano le applicazioni, spiega Berg Insight. Queste piattaforme permettono alle aziende di sviluppare e implementare le soluzioni IoT più velocemente e a costi inferiori perché offrono componenti più standardizzati che possono essere condivisi tra più soluzioni e più settori industriali.
Il mondo della comunicazione machine-to-machine (M2M) si sta gradualmente muovendo da soluzioni verticali disegnate per uno specifico scopo verso applicazioni multi-purpose e collaborative che interagiscono tra settori industriali, aziende e persone diversi – il vero mondo della Internet of Things (IoT). E’ difficile fare una chiara distinzione tra M2M e IoT, anche se il termine IoT descrive meglio l’evoluzione dei device connessi e il focus su soluzioni interoperabili.
“L’M2M spesso implica soluzioni fortemente customizzate all’interno di singoli segmenti industriali o aziende per migliorare le attività e il business esistente”, afferma André Malm, Senior Analyst, Berg Insight. La IoT mette l’accento più sull’integrazione dei sensori, dei device e dei sistemi informativi su più segmenti verticali e in aziende diverse per trasformare l’attività e rendere possibili nuovi modelli di business. “L’IoT si concentra sull’acquisizione di nuova conoscenza dall’analytics sulla base di dati provenienti da fonti disparate per dare supporto all’attività decisionale e migliorare prodotti e servizi”, dichiara Malm.
Le piattaforme IoT di terze parti permettono alle aziende di concentrarsi sulla differenziazione creata dalle specifiche capacità e dalla conoscenza ottenuta dai dati anziché duplicare funzionalità che non offrono differenziazione. “In passato le aziende hanno spesso adottato le soluzioni M2M quando i device connessi mandavano dati tramite una rete direttamente a un’applicazione che gestiva lo storage e l’elaborazione dei dati”, continua Malm. “Queste soluzioni richiedevano normalmente lunghi cicli di sviluppo e comportavano alti costi e non garantivano la scalabilità e flessibilità necessarie per gestire un numero crescente di device e l’esigenza di fae evolvere le funzionalità”.
Ora invece l’adozione di piattaforme IoT di terze parti sta rapidamente crescendo. “La consapevolezza di questa categoria di prodotto sta aumentando mentre le aziende si rendono conto del valore dell’utilizzare una piattaforma di terze parti anziché re-inventare le funzionalità in-house”, conclude Malm.