Sarà la banda ultralarga il banco di prova più difficile per il nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale. Antonio Samaritani siederà infatti nel comitato interministeriale che Palazzo Chigi ha in mente di istituire entro l’estate per dare un colpo di acceleratore alla realizzazione del piano Ngn.
Il Piano approvato dal Cdm del 4 marzo fissa nero su bianco la costituzione del Cobul – il Comitato per la diffusione della Banda Ultralarga – che vede in campo in pole position la Presidenza del Consiglio insieme con Mise, Agid, Infratel e Agenzia per la Coesione.
In dettaglio, si legge sul documento, l’attuazione della strategia per il settore pubblico è delegata a Infratel “eventualmente anche in coordinamento con le in-house regionali”. Regioni, Province autonome e Comuni definiscono i programmi operativi con il supporto tecnico di Infratel Italia e il coordinamento, appunto, dell’Agenzia per l’Italia digitale.
Oltre alla banda larga gli altri dossier chiave sul tavolo di Samaritano – a quanto risulta a CorCom, il dg prenderà servizio il 20 maggio dopo l’ok della Corte dei Conti – sono la fatturazione elettronica, anagrafe unica, identità digitale. Il nome di Samaritani, oltre ad aver da subito convinto il premier Matteo Renzi, ha anche avuto “l’endorsement” delle Regioni che finora si sono sentite escluse dalla realizzazione dall’agenda digitale italiana e che avevano “sponsorizzato” la candidatura di Roberto Moriondo proprio per portare sul tavolo dell’innovazione made in Italy i progetti e i percorsi avviati nei territori. Samaritani però viene dalla Regione Lombardia e conosce a fondo quanto fatto finora nelle PA locali, motivo per cui i governatori non si sono messi di traverso e hanno apprezzato la scelta di Madia.
Ma le sfide per il nuovo dg non sono solo di natura progettuale. Samaritani si dovrà occupare anche di gestire i rapporti all’interno dell’Agenzia per l’Italia digitale, soprattutto con i sindacati sul piede di guerra per come è stata organizzato l’ente nella precedente gestione. Fp-Cgil, Falbi e Rsu Agid auspicano dunque che il direttore “sia in grado di rilanciare finalmente l’Agenzia come motore di sviluppo dell’economia digitale”.