Roaming zero fra Belgio e Lussemburgo: primi passi verso il mercato unico?

Le Autorità di Tlc dei due Paesi hanno siglato un accordo di reciprocità. Intanto proseguono in negoziati tra Europarlamento, Commissione e Consiglio Ue sulla proposta lettone

Pubblicato il 04 Mag 2015

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Belgio e Lussemburgo mettono fine al roaming. Le Autorità di Tlc dei due Paesi hanno infatti raggiunto un accordo finalizzato a far cessare la sovrattassa che grava sugli utenti mobili. L’accordo permetterà a un utente belga di essere collegato a una rete lussemburghese, eliminando le distinzioni nazionali dell’International Mobile Subscriber Identity (Imsi) e del numero di telefono. Ciò consentirà agli operatori lussemburghesi di offrire servizi ai clienti belgi sulla base degli accordi di roaming esistenti in Lussemburgo e gli operatori belgi faranno lo stesso con i numeri del Lussemburgo.

Come spiega il regolatore belga Bipt, l’accordo è stato siglato dopo la richiesta avanzata dall’operatore Lussemburgo Join Experience. Join, una joint venture nata dalla volontà di Post Luxembourg e Join Wireless, prevede di lanciare presto un’offerta per servizi voce, messaggistica e dati agli stessi prezzi sia in Belgio sia in Lussemburgo. L’operatore offre già i piani con il roaming nazionale e comunitario allo stesso prezzo.

Il tema del roaming sarà uno dei capitoli chiave della strategie sul Digital Single Market che la Commissione Europea presenterà il prossimo 6 maggio.

Intanto, sempre sul roaming, proseguono i negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla base dell’ultima proposta della presidenza lettone di turno e delle ultime richieste presentate dagli eurodeputati nel tentativo di trovare un avvicinamento delle posizioni. Un negoziato però difficile

Al secondo round di discussioni del 21 aprile, gli stati membri hanno proposto un tetto di 7 giorni all’anno in cui i consumatori hanno diritto a 5 minuti di chiamate entranti e in uscita, 5 sms e 10 Mb di traffico dati alla tariffa nazionale quando si trovano all’estero. Questo sistema transitorio è stato anticipato al 30 aprile 2016 così come la revisione dei prezzi all’ingrosso del roaming tra operatori, da cui dipendono i costi per i consumatori, è stata accelerata entro fine dicembre 2017 anziché a metà 2018. L’Europarlamento invece, secondo quanto si apprende, ha messo sul tavolo un tetto di 20 giorni l’anno con un numero di chiamate, sms e dati vicini alla media Ue dell’uso giornaliero, già a partire da fine 2015 per arrivare all’eliminazione totale dei sovraccosti del roaming a fine 2016.

Il prossimo round negoziale è stato fissato, ma non ancora confermato, per il 12 maggio, dato il grande lavoro sia politico che tecnico ancora necessario per cercare di avvicinare le posizioni, dove il Parlamento si trova tra l’altro diviso al suo interno tra popolari, più disponibili a cercare un compromesso, e socialisti e liberali, su posizioni piu’ intransigenti. Se le discussioni dovessero fallire o “le questioni non essere pienamente risolte”, la Commissione Ue ha già preventivato – si legge nella comunicazione che adotterà il prossimo 6 maggio sul mercato unico digitale – di “rivedere tutta la legislazione esistente e fare proposte dove necessario”.

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