Cybercrime, patto Polizia-Telecom per “blindare” la rete di Tlc nazionale

Rinnovata l’intesa triennale per la prevenzione e il contrasto degli attacchi di matrice terroristica e criminale. Riflettori puntati sui siti nevralgici

Pubblicato il 06 Mag 2015

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Al via l’accordo tra la Polizia di Stato e Telecom Italia per la prevenzione ed il contrasto dei crimini informatici a danno dell’infrastruttura tecnologica critica di Telecom Italia, nevralgica per le telecomunicazioni del Paese.

L’intesa, firmata da Alessandro Pansa, Capo della Polizia e da Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia, si pone l’obiettivo di adottare procedure condivise di intervento e di scambio di informazioni utili alla prevenzione e al contrasto degli attacchi informatici di matrice terroristica e criminale. Un’attività che per la Polizia di Stato è svolta dal Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (C.N.A.I.P.I.C.) della Polizia Postale.

L’accordo tra le parti, che ha una durata triennale prorogabile, segue quello già stipulato nel dicembre del 2009, in attuazione del decreto del Ministro dell’Interno del 9 gennaio del 2008, che ha individuato le infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale, ovvero i sistemi ed i servizi informatici o telematici, gestiti da enti pubblici o società private, che governano i settori nevralgici per il funzionamento del Paese.

I positivi risultati finora raggiunti, confermano l’impegno e la collaborazione tra la Polizia postale e Telecom Italia che, grazie a questa importante iniziativa, proseguono nella collaborazione per lo sviluppo di attività di prevenzione e repressione dei crimini informatici secondo i principi di sicurezza partecipata, a vantaggio dell’intera collettività e contribuendo così al contenimento dei costi operativi derivanti da interruzioni dei servizi erogati attraverso sistemi informatici e di telecomunicazioni.

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