Per Facebook è arrivata l’ora di monetizzare, in modo
aggressivo, la sua estesa popolarità. Il sito di social
networking, che ha 400 milioni di iscritti nel mondo, sta
preparando un nuovo sistema che seguirà passo dopo passo i click
su Internet dei suoi utenti, con lo scopo di usare le informazioni
raccolte per piazzare sul sito messaggi pubblicitari fortemente
mirati. Si tratta di una strategia di "behavioural
targeting" già molto usata da aziende di Internet, Google in
testa, ma che per i membri di Facebook potrebbe cominciare a porre
diversi problemi di privacy.
Secondo quanto riporta il Financial Times, la novità consisterebbe
in un pulsante di content-sharing che altri siti web possono
incorporare nelle loro pagine. Simile ai bottoni di Twitter e Digg
che permettono agli utenti di scambiare contenuti, il nuovo
pulsante di Facebook permetterà ai suoi iscritti di segnalare i
contenuti preferiti di altri siti Internet. Ma Facebook userà
questi dati per ritagliare poi pubblicità su misura per i suoi
utenti.
Si tratta di un grosso cambiamento per il sito sociale che fino ad
oggi ha rivolto le pubblicità agli utenti solo in base alle
informazioni personali inserite nel profilo (luogo di residenza,
età, sesso, stato civile, eccetera). L’annuncio ufficiale
dovrebbe arrivare mercoledì, in occasione della conferenza di
Facebook F8 di San Francisco.
E non è l’unico cambiamento in vista: secondo le anticipazioni
del FT, l'azienda dovrebbe presentare anche delle modifiche
alle sue "engagement ads", ovvero le pubblicità dei
marchi con cui realizza la maggior parte dei guadagni. Queste
pubblicità incoraggiano gli iscritti a “diventare dei fan” dei
brand, da Starbucks a Coca-Cola, acconsentendo a ricevere messaggi
dal marchio in questione. In questo modo è più facile per gli
advertiser inserire informazioni promozionali nelle news feed degli
utenti e avere accesso ai loro dati personali. Con le modifiche
previste, il bottone "Become a fan" (Diventa un fan)
dovrebbe essere sostituito da un invito a scrivere "I
like", ovvero “Mi piace” un certo brand.
Gli analisti temono però un coro di proteste che faccia il bis con
"Beacon", il sistema di advertising che Facebook ha
introdotto nel 2007 e che rivelava informazioni sugli acquisti
degli utenti ai loro amici: oggi occorre sceglierlo consapevolmente
con un pulsante “opt in”, altrimenti è automaticamente
disattivato. Secondo Ian Maude di Enders Analysis, permettere ai
marchi di infilare i loro messaggi promozionali nelle news feed dei
membri di Facebook senza che questi lo abbiano volutamente
richiesto, “è un errore. Senza un bottone opt-in”, avverte
l’analista, “potrebbe trasformarsi in una seconda Beacon”.