Un’alleanza tra pubblico e privato “Made in Italy” per promuovere la sanità 3.0. E’ il senso del manifesto siglato a Roma da Assinter, l’associazione che riunisce le società Ict di Regioni e Province autonome, e un gruppo di aziende specializzate nel settore della sanità digitale, con Dedalus, Engineering, Reply, Health Innovation Hub, Data management ed Exprivia.
Al centro della dichiarazione d’intenti, in un percorso che vede riunite nello stesso gruppo di lavoro con Assinter aziende concorrenti, che hanno accettato di collaborare per spingere insieme verso la digitalizzazione della sanità, ci sono quattro punti chiave. Il primo è la valorizzazione degli investimenti fatti nell’ultimo decennio in questo settore, facendo in modo che siano inseriti nel percorso stabilito dal Governo per l’agenda digitale, e potenziando i servizi ai cittadini. Segue la spinta sulla collaborazione pubblico-privato, per stimolare gli investimenti e sburocratizzare il settore, rimettendo al centro la relazione tra paziente-medico-cittadino-operatore. Tra le priorità c’è anche il rilancio del partenariato pubblico-privato, riconoscendo la specificità del digitale nell’ambito degli appalti e dei servizi, e “superando – spiegano i promotori del manifesto – le asimmetrie tra mercato e Pubblica amministrazione in un momento cruciale per l’occupazione giovanile”. Proprio su questo il senatore Franco Panizza (gruppo Per le autonomie) ha presentato in aula un ordine del giorno per sensibilizzare il parlamento sulla questione. Infine, quarto punto qualificante del manifesto è l’esigenza, sottolineata da tutti i firmatari, di mettere a fattore comune competenze di settore, soluzioni, proposte e risorse, anche nell’ottica di valorizzare le competenze digitali e creare nuove opportunità per l’occupazione giovanile.
“La sanità era il punto di partenza obbligato per questo genere di collaborazione – afferma Clara Fresca Fantoni, presidente di Assinter Italia – ma quello che presentiamo oggi è un metodo di lavoro che può essere esteso a tanti altri settori. Ne stiamo parlando anche con Confindustria e Confcommercio. Si tratta di un percorso complessivo a cui vogliamo contribuire, di cui la sanità è soltanto la prima urgenza, quella che più bisogno di un’azione d’urto. La nostra azione è complementare a quella delle Regioni: solo dalla sinergia pubblico-privato può nascere la spinta capace dì dare al nostro Paese un passo diverso, raccogliendo sfide irrisolte da tanto tempo”.
“Questo progetto – sottolinea Panizza – va nella direzione di creare servizi di sempre maggiore qualità, mettendo insieme esperienze diverse e grazie a una più forte interazione con il privato, mantenendo però sempre nella sfera pubblica il coordinamento degli interventi. Il settore sanitario è quello più delicato, e può fare da apripista per altri: è giusto che Governo e Parlamento riconoscano questi percorsi virtuosi, e mi fa piacere che l’ordine del giorno su questi temi sia stato condiviso dal viceministro Nencini”.
Nella sanità in pochi anni sono stati fatti passai importanti verso la digitalizzazione, e la situazione che vedeva ogni realtà procedere in ordine sparso è rapidamente cambiata. Lo sottolinea Lorenzo Gubian, coordinatore del tavolo e-health della conferenza delle Regioni, delineando le due principali sfide aperte per il futuro, la dematerializzazione della ricetta cartacea e il fascicolo sanitario elettronico. “Dobbiamo coinvolgere in modo sistematico nei tavoli in-house, consorzi, grandi player del mercato – afferma – per un confronto serrato sui modelli organizzativi e su cosa si andrà a creare. La parola chiave è cooperazione, a tutti i livelli”.
La collaborazione tra imprese e pubblico può essere una opportunità per “unire le eccellenze dei due settori”. Dario Buttitta, dg per Pa e Sanità del gruppo Engineering, sottolinea che in questo modo si riuscirà a mettere attorno allo stesso tavolo, a lavorare sugli stessi progetti, “le professionalità eccellenti della PA insieme alle professionalità eccellenti delle aziende. La PA per la prima volta sfida le imprese del paese e progettare soluzioni. Per noi, come più grande impresa italiana di IT, è importante, oltre che un privilegio, essere a questo tavolo”.
Fino a pochi anni fa, sottolinea Giorgio Moretti, Ad di Dedalus, “la divisione tra pubblico e privato in Italia era strutturale e poco produttiva, mentre all’estero la capacità di fare sistema è da sempre diffusa, soprattutto nei settori strategici. Per questo è fondamentale l’aver innescato il percorso con Assinter, come è fondamentale il fatto che le aziende siano disponibili a investire. Ma questo percorso non dovrà fermarsi alla progettualità, c’è bisogno che prosegua in Parlamento e nel Governo, per semplificare le norme e rendere più veloci del decisioni”.
Proprio su questo punto si è soffermato anche Antonio Ingroia, referente Assinter per la legalità e il partenariato pubblico-privato: “Bisogna sfatare l’idea che più regole e lacci ci sono, più è garantita la legalità. Spesso proprio nella burocrazia si annida la corruzione. Questo è un tavolo di frontiera – ha sottolineato l’ex magistrato – non per difendere ma per avanzare. C’è la convinzione da qui può partire un percorso nuovo. La parola chiave, anche nel definire le norme, deve essere flessibilità, nel rispetto della trasparenza e delle regole, che devono essere chiare. Il manifesto di oggi non è un libro dei sogni o un’utopia, ma una piattaforma sulla quale costruire progetti nuovi”.
Pier Damiano Spagnolini, partner di Santer Reply, sottolinea la “strategicità” del tavolo con Assinter: “Fare sistema e rendere fruibili tutti gli investimenti fatti finora – afferma – è tra l’altro molto importante nell’ottica del cittadino”.
Di “momento storico” parla Fabio Rossi, direttore della business unit sanità in Exprivia: “In molti cerchiamo sbocchi all’estero a causa della spending – aggiunge – Questo momento di confronto ci deve aiutare a cambiare le regole. Il mercato ha un problema di regole, che hanno frenato l’informatizzazione. Anche per questo credo sia importante che questo manifesto veda per la prima volta riunite allo stesso tavolo aziende concorrenti, ma decise a collaborare per il bene del Paese”.
Donato Todisco, consigliere delegato di Data management: “Con questo tavolo la PA supera l’autoreferenzialità e un vecchio approccio rispetto al mercato. Se realmente il pubblico avesse una linea chiara sul medio termine, le aziende sarebbero pronte a convogliare gli investimenti con certezza di obiettivi e dialogo trasparente e coerente”.
“C’è la possibilità, la capacità e il dovere di digitalizzare la sanità italiana – conclude Valentina Serra di Noema Life – mettendo il paese sulla strada del futuro. Non si tratta di tappare buchi, ma di essere pronti per il futuro. A questo tavolo siamo tutti concorrenti, ma tutti consapevoli anche come cittadini che è necessario aiutare il paese, senza paura di confrontarci. E con la consapevolezza che l’IT italiana è un’eccellenza apprezzata all’estero, lo dimostra il fatto che tutti fuori dall’Italia vinciamo le gare”.