STRATEGIE

Mercato unico digitale, gli editori italiani: “Molto interessati a partecipare. Obiettivi comuni”

Tutela del diritto d’autore, Iva sugli ebook, concorrenza tra industrie creative e grandi intermediari di Internet i tre nodi centrali secondo l’Associazione italiana degli editori

Pubblicato il 11 Mag 2015

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Gli editori italiani sono molto interessati a partecipare al mercato unico digitale presentato la scorsa settimana dalla Commissione europea. “E’ l’inizio di un percorso cui siamo molto interessati a partecipare”, ha detto il Presidente dell’associazione italiana degli editori (Aie) Marco Polillo (nella foto). “Fa piacere constatare – ha aggiunto Polillo – come la Commissione sottolinei il ruolo delle industrie creative, e quindi anche dell’editoria, nello sviluppo dell’Europa digitale, e negli obiettivi di crescita e occupazione che sono alla base della sua strategia”.

Il documento della Commissione -si legge in una nota dell’Aie – evidenzia l’importanza della tutela del diritto d’autore per garantire lo sviluppo delle industrie creative, e lo affronta a 360 gradi, proponendo una serie di temi su cui annuncia necessari approfondimenti per arrivare in tempi rapidi a concrete proposte normative. Molti gli argomenti affrontati: la territorialità, e in particolare la possibilità per i consumatori che acquistino accessi legali in un paese di utilizzarli anche in un altro paese dell’Unione; l’armonizzazione delle eccezioni, alla ricerca di “soluzioni che massimizzino l’offerta disponibile per gli utenti e aprano nuove opportunità per gli autori preservando al contempo l’equilibrio economico dei media e dei contenuti innovativi europei”; la lotta alla pirateria in Internet, che sia efficace anche cross-borders; la necessità di un ruolo più attivo degli intermediari del web nella rimozione dei contenuti illegali pubblicati attraverso i propri servizi. Si preannuncia un pacchetto organico di misure sulle quali la Commissione dovrà fare i necessari approfondimenti così da avere un nuovo quadro generale equilibrato. “Certo, la posizione italiana sullo stesso tema, pubblicata a fine marzo, è ancora più incisiva, richiamando ad esempio la necessità di sostenere soluzioni contrattuali innovative, basate su licenze, per favorire l’accesso legale ai contenuti – ha sottolineato Polillo – ma anche su questo il documento della Commissione lascia aperte le porte a soluzioni autenticamente innovative”.

L’interesse degli editori non è limitato al diritto d’autore. Proprio perché protagonisti del digitale, guardano con interesse anche a quanto il documento dice a proposito di Iva, quando ripropone all’ordine del giorno l’Iva sugli ebook. “Anche in questo caso il testo avrebbe potuto essere più coraggioso – ha proseguito Polillo – perché il riferimento alla riforma generale dell’Iva in Europa rischia di implicare tempi molto lunghi, ma è importante che il tema sia sul tappeto”.

Altro tema di grande rilevanza è quello della concorrenza tra industrie creative e grandi intermediari di Internet, il cui potere di mercato “preoccupa” la Commissione, che di conseguenza si impegna a condurre un’analisi di vari aspetti del problema: dall’uso delle grandi quantità di dati raccolti dalle piattaforme online ai rapporti tra queste e i fornitori dei contenuti, e alla necessità di garantire ai consumatori la portabilità dei contenuti, oggi spesso bloccata dalla mancanza di interoperabilità. “Forse si sarebbe potuto aggiungere anche qui un cenno al tema fiscale – ha aggiunto Polillo – giacché quando in uno stesso mercato gli operatori non sono soggetti agli stessi regimi fiscali, la concorrenza rischia di essere semplicemente una chimera”.

Nel complesso, il documento della Commissione apre un percorso, che dovrà passare da analisi di impatto, approfondimenti, ricerca di equilibrio tra esigenze diverse. “La Federazione europea degli editori – ha ricordato il delegato Aie nella Federazione, Stefano Mauri – ha immediatamente dato la sua disponibilità a collaborare pubblicando un primo commento che condividiamo a pieno. Non poteva essere altrimenti, considerato che gli editori italiani sono particolarmente attivi nel dibattito europeo”.

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