La banda va allargata, ma la discussione ristretta. O, almeno, finalizzata. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo in tira e molla che si traducono in perdite per il mercato, quindi anche per le nostre aziende. La banda ultralarga smetterà di essere l’argomento dei convegni e diventerà infrastruttura esistente quando capiremo che la concorrenza è una molla insostituibile nella diffusione dei servizi, mentre non dà i frutti migliori nella crescita della rete. Dove c’è mercato, quindi convenienza, di fibra ottica ce n’è in abbondanza. Dove il mercato non c’è, quindi si tratta d’investire cercando un ritorno non immediato, se ne trova meno del necessario. Il ruolo dello Stato deve essere quello di assecondare e accompagnare il lavoro dei privati, non di sostituirvisi.
Fanno male le tante e interminabili polemiche, mentre sarebbe saggio creare il migliore contesto per la collaborazione: fra privati e fra pubblico e privato. Noi di BT Italia siamo, al di fuori del Regno Unito, la più consistente realtà di una multinazionale in crescita. Non rinunceremo mai a competere nel settore dei servizi, offrendo il meglio ai nostri clienti. La rete è il presupposto di quella concorrenza, non il suo fine. Capirlo ed essere conseguenti è il modo per far ripartire lo sviluppo delle tlc italiane. Tradurre in digitale la Pubblica amministrazione è la politica da praticarsi per cambiare e far correre l’Italia, trascinando così anche chi s’è attardato. Noi non siamo solo pronti, ma da tempo in cammino.