LA SENTENZA

Telecom, il Consiglio di Stato conferma la multa Antitrust da 103 milioni

Respinto il ricorso della compagnia. Nel maggio del 2013 il Garante per la Concorrenza aveva multato il gruppo di Tlc per abuso di posizione dominante nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso alla rete

Pubblicato il 15 Mag 2015

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E’ confermata la multa da 103,7 milioni comminata dall’Antitrust a Telecom Italia per abuso di posizione dominante. La sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso di Telecom contro la sentenza del Tar che già in primo grado aveva confermato la sanzione. L’Antitrust aveva multato Telecom nel maggio 2013 per abuso di posizione dominante nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso alla rete e alla banda larga. A presentare denuncia erano stati gli operatori alternativi Wind, Fastweb, Vodafone Italia, Bt Italia e l’Associazione italiane internet provider. Il Consiglio di Stato ha inoltre condannato Telecom al pagamento delle spese legali per 32mila euro.

La sanzione da 103,8 milioni di euro era stata decisa dall’Antitrust nel maggio del 2013: secondo il Garante per la Concorrenza la compagnia aveva abusato della propria posizione dominante nelle infrastrutture di rete, aveva difeso le proprie quote di mercato ostacolando l’offerta dei concorrenti alla clientela finale. In particolare l’Antitrust, in seguito a un’istruttoria avviata nel 2010, aveva sanzionato due diverse condotte. In primo luogo la compagnia telefonica aveva ostacolato l’accesso dei concorrenti all’infrastruttura, opponendo un numero “ingiustificatamente elevato” di rifiuti all’attivazione di servizi sia di telefonia vocale, sia di Internet a banda larga. Servizi che poi i competitor avrebbero fornito ai clienti finali. Telecom era stata dunque ritenuta responsabile di avere trattato gli ordinativi provenienti dagli altri operatori in modo discriminatorio rispetto a quelli provenienti dalle proprie divisioni interne.

In secondo luogo Telecom era stata sanzionata per avere attuato sconti rilevanti alla clientela business tali da non consentire a concorrenti altrettanto efficienti di operare nello stesso segmento di mercato in modo redditizio e su base duratura. Il tutto con effetti restrittivi della concorrenza, tanto più che gli sconti erano stati indirizzati in particolare ai clienti che ricorrevano a procedure di selezione del fornitore. Telecom stessa, secondo l’Antitrust, avrebbe subito perdite per i servizi al dettaglio offerti, qualora avesse sostenuto i costi all’ingrosso imposti ai concorrenti. Per queste due diverse pratiche a maggio 2013 Telecom era stata condannata a pagare rispettivamente 88,2 e 15,6 milioni di euro, per un totale di 103,8 milioni. Sanzione contro cui la compagnia aveva presentato ricorso prima al Tar, poi al Consiglio di Stato. Che oggi ha però confermato la multa.

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