Dobbiamo accelerare. Dobbiamo passare dalle strategie a programmi di execution, portandoli avanti velocemente e con determinazione. Sfruttando al meglio i fondi pubblici ed agevolando gli investimenti privati. Occorre inoltre definire un grande piano di spinta dell’adozione dei servizi digitali, non solo nelle pubblica amministrazione ma anche nei vari settori economici ed industriali. L’Italia continua a essere fanalino di coda nelle classifiche europee per diffusione della banda ultralarga, sia in termini di copertura che di adozione.
Nell’ultimo rapporto del febbraio scorso della Commissione Ue su Digital Economy & Society Index siamo penultimi nella connettività e nell’utilizzo di internet, un po’ meglio risultiamo per quel che riguarda i servizi pubblici digitalizzati dove siamo quindicesimi su ventotto. Se molti degli altri paesi europei possono sfruttare gli operatori TV via cavo per portare connettività Internet ad alta velocità, la nostra esperienza diretta quali fornitori di tecnologie ultrabroadband è che negli stessi paesi (si pensi a Belgio, Germania, Francia) son state fatte scelte di policy e regulation che han permesso agli operatori telefonici di fare
investimenti sulle soluzioni più innovative in modo che siano anche economicamente sostenibili. Entro il 2020 dobbiamo
portare connettività a 30Mbps a tutta la popolazione.
Questo è un target che non possiamo trascurare e che anzi dovremmo centrare più velocemente possibile, sfruttando tutte le tecnologie disponibili siano esse su connettività fissa che wireless. Per raggiungere tale target l’utilizzo rapido ed ottimale dei 2,4 miliardi di fondi strutturali europei è fondamentale ma non basterà, occorre trovare ed anticipare il più possibile la disponibilità di altri fondi nazionali da concordare con le singole Regioni al fine di completare la copertura delle aree a fallimento di mercato specie nelle regioni del centro-nord.