Rangone (Polimi): “Fusione Wind-3? Non basta un solo merger per salvare il mercato italiano”

Il docente a capo degli osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano: “Bisogna sviluppare una nuova consapevolezza dell’importanza sistemica del settore”

Pubblicato il 19 Mag 2015

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“Sì bene Wind-3: da anni ci diciamo che serve un consolidamento, che quattro operatori sono troppi. Che è assurdo sviluppare quattro reti Lte parallele. Tuttavia, adesso dobbiamo anche dire: speriamo basti”. Andrea Rangone, a capo degli osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, ritiene che il mercato debba fare uno sforzo in più per trovare un migliore equilibrio.

Rangone, è comunque una notizia positiva, anche se ancora non certa, che si vada verso la joint venture

Dobbiamo purtroppo premettere che questo mercato continua a decrescere in Italia, proprio in una fase in cui stanno esplodendo tanti servizi basati su reti tlc. Proprio nell’era della mobile economy. L’iper competizione ha ridotto il valore di quanto gli operatori telefonici offrono. Con la guerra dei prezzi siamo arrivati a banalizzare persino il valore della banda larga mobile. Per questo motivo io dico: forse non basterà il consolidamento 3-Wind.

Cos’altro dobbiamo chiedere a questo mercato?

Uno shift culturale, che coinvolga tutti gli attori. E cioè una nuova consapevolezza: che le reti tlc sono le fondamenta di un nuovo paradigma economico, dai molti servizi per i cittadini, le aziende, le città. Questo ha molte conseguenza. L’approccio dei regolatori del mercato (Agcom, Antitrust, Garante Privacy) deve diventare più sistemico, riconoscendo che non c’è più separazione stretta tra la rete e ciò che ci passa sopra. Tra operatori tlc e over the top. Gli operatori stessi, con quella nuova consapevolezza da maturare, dovrebbero imparare a valorizzare meglio i servizi. I nostri operatori sono ancora orientati a fare promozioni su pacchetti bundle sempre più inclusivi, invece che lavorare sulla parte alta del valore. Sulla connettività, l’accesso ai servizi. Lo shift culturale deve partire da chi il mercato lo fa e lo regola e poi essere passato ai consumatori. Insomma agli italiani. Ma ancora non è avvenuto, nemmeno nelle teste dei protagonisti…

Sull’operazione Wind-3, c’è qualche perplessità?

Sì, ho interrogativi sull’efficacia dell’integrazione. In altri settori sono avvenute tante fusioni efficaci. Nelle tlc nel mondo non è sempre stato così. L’execution dell’integrazione non è banale, in questo caso. Le due aziende hanno infatti storie e n culture diverse. Insomma, la partita è complicata. Ma era ed è da giocare assolutamente.

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