Telecom Italia accelera sugli investimenti in fibra. L’Ad Marco Patuano in assemblea dei soci ha annunciato che le risorse per portare la fibra alle case e ai palazzi (Ftth-Fttb) saranno di 650-700 milioni e non di 500 come indicato nel corso del piano industriale presentato nei mesi scorsi a Londra. “Abbiamo allocato una prima linea di budget definendola in 500 milioni – ha spiegato – Stiamo approfondendo in modo dettagliato le componenti tecniche e di scopo per il progetto relativo a 40 città, ma vediamo che adottando una serie di soluzioni tecniche usando la fibra in facciata abbiamo la possibilità di ridurre il costo unitario. L’investimento totale sarà di 650-700 milioni per coprire le 40 città secondo il piano fino a 2017. Comunque a Dio piacendo il mondo non finirà nel 2017 e quindi saranno poi da considerare le dinamiche”.
Dall’assemblea è arrivata anche un’apertura ad Enel.”L’interesse per una collaborazione con Enel è molto elevato. E’ ancora di più elevato laddove si parla dell’accesso per la componente dei verticali di palazzo, sia per la componente Fttb o Ftth – ha sottolineato il manager – Su queste iniziative spero che noi, Enel, e le grandi municipalizzate sapranno fare sistema. Personalmente, considero una grande opportunità poter collaborare con Enel, molto più che una minaccia: se non la sfrutteremo sarà un’occasione sprecata”.
L’assemblea è stata anche occasione per accendere i riflettori sullo “scontro” tra Telecom e Bassanini. Telecom ha infatti presentato a Consob una segnalazione per la valutazione, da parte della Commissione, delle parole del presidente di Cdp secondo cui la rete in rame sarebbe stata “sopravvalutata” nel bilancio. Ma il manager pubblico oggi si è difeso: “Mai dato giudizi sui conti”, si legge in una nota.
Rispondendo ad un azionista in merito alla valorizzazione della rete fissa in rame, Patuano ha assicurato che “il valore della rete di accesso in rame, è ricostruito sulla base di una delibera dell’Agcom, ed è pari a 14,9 mld di euro”. “Trovo bizzarro che ci si possa svegliare al mattino e dire che questo valore è sbagliato: ci hanno messo gli occhi sopra un numero di persone equivalente a una piccola città” ha aggiunto Patuano, che in merito alla segnalazione a Consob ha spiegato: “Abbiamo fatto un atto dovuto alla Consob, anche perché Bassanini ha dichiarato di riportare l’opinione di terzi non identificati. Se la Consob ritiene di dover ascoltare questi soggetti terzi che arrivano a numeri diversi dai nostri, li ascolteremo, ma non c’è altro substrato” nella nostra decisione.
Intervenendo all’assise il manager ha assicurato che Telecom Italia “mantiene la sua vocazione a realizzare la rete nazionale, anche nell’era digitale”. “Vi garantisco – ha detto – che l’impegno che Telecom Italia ha profuso nel passato, adempiendo al suo ruolo di gestore della rete nazionale, continuerà ad essere dispiegato in futuro. Parteciperemo perciò alle iniziative che il decisore pubblico deciderà di finanziare, mettendo a disposizione del Paese l’enorme patrimonio di competenze ingegneristiche e gestionali di cui l’azienda dispone. Il Governo sta giocando un ruolo fortemente propulsivo che apprezziamo e condividiamo, con ciò auspicando che al più presto possano essere messi in opera i nuovi strumenti di sostegno necessari per ampliare la già significativa copertura del territorio che gli operatori privati, e in primis Telecom Italia, prevedono di attuare nei prossimi anni”.
Patuano ha chiesto però alle autorità competenti regole chiare per garantire e aumentare gli investimenti. “All’azione propulsiva del Governo deve corrispondere un quadro regolamentare indirizzato a incentivare la realizzazione degli investimenti da parte degli operatori privati. La chiarezza e predicibilità del quadro regolamentare e’ infatti l’elemento fondamentale per mantenere e accrescere la spinta sulla leva degli investimenti”, ha detto l’Ad. “Siamo convinti che l’Autorità di settore abbia chiara questa esigenza. Riteniamo quindi che l’analisi di mercato di ormai prossima conclusione potrà fornire le risposte attese dal mercato e contribuire a incentivare un’accelerazione degli investimenti in fibra, necessari per il conseguimento degli obiettivi dell’Agenda digitale”.
Sul piano del governo è intervenuto anche il presidente Giuseppe Recchi. chiarendo che TI è entusiasta della strategia mama “sui dettagli c’è ancora molta confusione e superficialità”. L”I fatti ci dicono che siamo la soluzione, e non la causa del ritardo digitale del nostro Paese – ha proseguito Recchi ricordando i 3 miliardi di investimenti all’anno previsti nel piano industriale 2015-2017 che prevede la copertura con la rete a banda ultralarga fissa che raggiunga il 75% della popolazione, e per quella mobile il 95%. Grazie a questo piano, Recchi ritiene che l’Italia avrà “un livello di infrastrutturazione all’altezza di quello degli altri Paesi europei”. Recchi ha ribadito l’impegno a spingere verso le tecnologie fiber to the cabinet, perché Telecom Italia deve fare investimenti sostenibili: “Le infrastrutture ci saranno e saranno di qualità” ha garantito. Recchi ha anche chiarito che la posizione sulla società della rete.
“Non è vero che Telecom ha messo un veto a una società della Rete insieme ad altri operatori – ha spiegato – Non abbiamo alcuna posizione preconcetta rispetto all’idea di di intraprendere un cammino comune con altri soggetti. Le condizioni di questo cammino – ha sottolineato parlando dell’operazione Metroweb – però devono essere tali da poter creare maggior valore per i nostri azionisti”.
Asati nel suo intervento ha focalizzato l’attenzione sulle risorse per la fibra, chiedendo di innalzare l’investimento in fiber to the home da 500 milioni a un miliardo, magari “chiedendo al mercato un piccolo aumento di capitale”, di convertire le azioni risparmio in ordinarie, per un impatto di 500-600 milioni. “L’associazione è favorevole all’ingresso di Telecom nel capitale di Metroweb purché con una quota di maggioranza al 70%”.
L’assemblea ha approvato il bilancio consolidato dell’esercizio 2014, che si era chiuso con un utile di 1,35 miliardi di euro. Il 98,35% del capitale rappresentato si è espresso a favore dei conti dello scorso esercizio, l’1,65% si è astenuto e i contrari sono risultati al di sotto dello 0,01%. Analogamente, è arrivato anche il via libero anche alla destinazione dell’utile di esercizio, che va a riserva; il 97,8% del capitale presente ha votato a favore, astenuto l’1,67%, 0,53% i contrari.
E’ stata inoltre approvata la relazione sulla remunerazione ai suoi top manager, ma incassando il voto contrario di circa il 19% del capitale, se si considera che la presenza in assemblea sia quella annunciata dal presidente Giuseppe Recchi in apertura, cioè il 57,13% del totale. Recchi non ha aggiornato il dato durante i lavori.
Secondo quanto annunciato dal notaio, il 65,9% del capitale presente ha votato a favore, il 33,55% ha votato contro. Il proxy adviser Iss ha raccomandato ai fondi di votare contro la politica di remunerazione dei top manager.
Nominati anche i sindaci revisori. La lista dei nomi proposta da Telco ha raggiunto il 78,8% dei voti assembleari, mentre la lista presentata da Assogestioni ha raggiunto il 18,5% dei voti. Il 2,2% dei soci si è astenuto, mentre lo 0,5% ha espresso un voto contrario a entrambi alle liste. Il collegio sara’ composto da Gianluca Ponzellini, Ugo Rock, Paola Maiorana (tre nomi della lista Telco), Roberto Capone e Vincenzo Cariello (della lista Assogestioni). Il 63,3% dei soci ha inoltre individuato in Capone il presidente del collegio sindacale.
All’assise era presente il 57,13% del totale delle azioni ordinarie, un livello analogo a quello della riunione dello scorso anno. Secondo il libro soci, People’s Bank of China è azionista al 2,07%, Blackrock con il 4,79%. Gli altri soci presenti ai lavori erano: Telco con il 22,3%, Dodge & Cox International Cox Fund con l’1,5%, Canada Pension Plan con 1,09%, governo della Norvegia con l’1,03%, Artisan Internationa Fund con 0,87%, Metropole Gestion con lo 0,81%, Majedie Asset Uk Equity Fund con lo 0,69%, Invesco Funds con 0,64%, Vanguard Total International Stock Index con 0,57%.
Caisse des Depots e Consignations, investitore di lungo periodo controllato dallo Stato francese, era presente all’assemblea di bilancio Telecom Italia con lo 0,61% del capitale.