Barberis: “Integrare i servizi per avvicinare l’utente alla PA online”

Il consigliere per l’Innovazione di Matteo Renzi: “Gli italiani sono disposti a dialogare online con lo Stato. Ma i servizi sono discontinui: così la domanda viene scoraggiata. Italia Login è a un punto di sviluppo avanzato. Primi progetti dopo l’estate”

Pubblicato il 22 Mag 2015

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Gli italiani hanno un cattivo rapporto con la PA online perché i servizi sono sconnessi tra loro. Ecco perché bisogna integrarli, in un ambiente unificato e coerente come Italia Login. È la visione di Paolo Barberis, consigliere per l’Innovazione di Matteo Renzi.

Gli ultimi dati presentati da Confartigianato dicono che solo un italiano su tre usa sportelli online per parlare con la PA. Siamo pessimi in Europa. Perché?

Non credo affatto che gli italiani siano meno disponibili di altri ad usare il digitale anche nei confronti della PA, credo al contrario che ci sia una grande domanda in questo senso ma che sia il servizio a non essere ancora integrato quanto dovrebbe. Mi spiego meglio: spesso i servizi sono sconnessi fra loro. Il cittadino è costretto a registrarsi più volte, a ricordarsi molte password diverse, questo non è certo un incentivo. Inoltre non sempre il processo inizia e finisce online, ma prevede un’integrazione da fare fisicamente. A quel punto c’è chi dice: faccio tutto fisicamente: sono fattori che limitano l’utilizzo dei servizi online al cittadino.

Come rimediare?

Non partiamo dal nulla perché molti database già esistono. La digitalizzazione italiana ha già conosciuto diverse ondate precedenti. Il cambiamento necessario però è quello di approccio. Il punto è creare un ecosistema complessivo, il più semplice e intuitivo possibile, che interagisca secondo logiche chiare e riconoscibili con tutte le componenti della PA sotto forma di unico design thinking. Un ambiente che riunisca tutti i dati e li renda immediatamente fruibili con il minimo numero di clic. Che sia in grado di interagire non solo con il sistema pubblico ma di interfacciarsi in maniera efficace con tutte le realtà rilevanti della rete. In questo modo otteniamo di mettere tutto quello che dello Stato conta per il cittadino a portata di mano, anzi di smartphone. Il più chiaro e semplice possibile, comodamente in tasca.

Sembra la descrizione di Italia Login descritta dal Crescita Digitale. A che punto siamo?

Siamo a un punto di sviluppo avanzato, nonostante la complessità del progetto e avendo in mente sin dall’inizio un elevato grado di compartecipazione. Gradualmente, a partire da dopo l’estate vedremo andare online le prime parti del progetto.

Ma in che modo Italia Login potrà fare la differenza, e perché?

Perché il digitale è un insieme di forze spontanee che hanno bisogno di un ambiente sicuro ed efficiente in cui svilupparsi, Italia login è un insieme di visione e concretezza: semplicità di utilizzo, sicurezza, liberazione di energia per la vita e per il Paese. Anche a sostegno di questa progettualità di ampio respiro abbiamo bisogno che l’Agid diventi sempre più il luogo dove si sviluppano i progetti dell’Italia digitale del futuro e, più prima che poi, del presente.

In generale, la PA come dovrebbe cambiare il modo di stare online, quindi?

Costruire un ecosistema vuol dire proprio avere una nuova PA all’interno di un sistema operativo online. Questo implica progettualità e la capacità di integrare reale e digitale, con armonia e con quella creatività italiana a lungo poco implementata in quest’ambito. Da questo processo ne guadagnano tutti: le imprese, i cittadini, gli italiani con skill digitali che trovano finalmente uno sbocco per le loro competenze anche nell’ambito del pubblico.
Il digitale pubblico inteso come ecosistema significa dare al paese un potentissimo strumento con cui lavorare e con cui aprirsi al mondo, significa essere raggiungibili da chiunque in qualsiasi parte del pianeta, in maniera chiara, affidabile. Il web diventa centrale per proiettare nel mondo aree commerciali in cui l’Italia è particolarmente forte come la manifattura, la manifattura digitale, la cultura, l’arte, il design. Il nostro obiettivo inoltre è diventare un paese dotato di un sistema unitario con cui vedere il web non commerciale, cogliere per primi le potenzialità offerte dallo sviluppo di un ecosistema digitale integrato e dell’esplosione del numero dei dispositivi mobili, questo è un terreno in cui ad avere le idee chiare possiamo toglierci veramente molte soddisfazioni.

Nello specifico, quali modalità innovative dovrebbero arrivare?

Un ecosistema non è tale solo alla fine ma in ognuna delle sue fasi. Questo significa che dobbiamo fare una chiamata perché i migliori talenti contribuiscano attivamente all’architettura digitale dello Stato, un modello basato sul crowdsourcing in cui tutti gli attori possono partecipare. Il sistema che funzionerà per tutti non lo costruiremo da soli.
La centralità del feedback e della possibilità, per chi ha qualcosa da dire per migliorare la sua realizzazione, di proporre nuove soluzioni, è una parte importante del modo di pensare che deve contraddistinguerci. L’idea è di creare attraverso il digitale pubblico un sostegno ad un modello di crescita basato su un mix di creatività, tradizione, qualità e innovazione. Il digitale non ci serve per cancellare le peculiarità italiane ma per portare nel futuro il meglio di esse.

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