Si parla tanto di piano per la banda larga, ma per portare l’Internet veloce in tutto il paese ancora non si può utilizzare lo scavo hi-tech. La minitrincea, una tecnica che permette di mettere i cavi in piccole fessure nell’asfalto, ma soprattutto di richiuderle con materiali innovativi che consentono di smobilitare il cantiere nel giro di poche ore, in Italia è merce rara.
In realtà è stata sdoganata con il decreto scavi del 2013, emanato a seguito del provvedimento Crescita 2.0, dando agli operatori mobili la possibilità di utilizzare le nuove tecniche nei cantieri, ma senza l’opportunità di usare i materiali innovativi per il riempimento. In altre parole, gli operatori Tlc, dopo lo scavo sono ancora costretti a predisporre il cosiddetto “tappetino”, ovvero il ripristino dello strato di asfalto, a volte anche molto più abbondante di quello tolto. L’apparente cavillo sembrava potesse essere superato più di un anno fa, quando il decreto “Destinazione Italia” ha previsto l’emanazione del “Regolamento posa”, un provvedimento che sarebbe dovuto arrivare nel giro di un paio di mesi e sul quale si sono scatenate molte e potenti lobby, tanto da lasciarlo al palo.
Ora però sembrerebbe che qualcosa si stia muovendo. Il decreto, di concerto tra il ministero dello Sviluppo economico e quello delle infrastrutture, potrebbe essere sbloccato dall’arrivo di Graziano Delrio a Porta Pia. Il nuovo ministro conosce bene l’argomento fin da quando era il coordinatore a Palazzo Chigi del piano per la banda ultralarga, mentre si sta indebolendo la componente dei lavori pubblici che sotto la gestione di Maurizio Lupi aveva fortemente contrastato il provvedimento, difendendo il ripristino completo del manto stradale. “E’ uno dei dossier sotto osservazione da parte del ministro – ha risposto ufficialmente il ministero delle Infrastrutture, interpellato da CorCom – di grande rilevanza vista la strategicità che il Governo ha assegnato al tema della banda larga in funzione dello sviluppo e della modernizzazione del Paese”. Anche da parte del Mise si respira un discreto ottimismo. Ci sarebbero ancora delle limature da fare alla bozza inviata al Mit, ma il confronto sta riprendendo tanto da far sperare nello sblocco della situazione. Tra i punti irrisolti, la tipologia di strade. Il Mise propone la minitrincea anche nelle aree extraurbane, mentre Porta Pia vorrebbe limitarle ai centri urbani. Altro punto, i materiali di riempimento per cui si discute sulla tipologia delle resine e l’estensione della copertura.
D’altra parte i vantaggi della minitrincea non sono trascurabili. “In uno scavo tradizionale – spiega Edoardo Cottino, Innovation & Ipr Manager di Sirti – oltre alle dimensioni, il problema è la copertura: per fare il cosiddetto tappetino occorre ritornare sul posto in un secondo momento, con tutte i disagi che ne conseguono. Con la minitrincea si può fare tutto in un giorno. Sirti ha messo in campo il “One day dig”, una tecnica di “minitricea ridotta” che comprende anche l’aspirazione del materiale di scarto, riducendo la polvere e il disagio per l’utenza, e permettendo di chiudere il cantiere in una sola giornata”.
Secondo la stima di Telecom Italia e Telecom Italia Lab con la minitrincea i costi socio-ambientali vengono ridotti dell’80% rispetto a un cantiere tradizionale. Chiaramente la stima di Telecom prende in considerazione l’abbattimento del costo vivo, ma anche l’impatto ambientale e quello sociale attraverso la congestione e il traffico che i cantieri generano nelle città. Altro dato importante fornito da Telecom Italia è la riduzione del 67% degli incidenti nei cantieri. Dal punto di vista puramente economico invece il risparmio si attesta intorno al 30 per cento dei costi per gli scavi. Migliorano anche le performance sui tempi. “Là dove esiste la concomitanza norma-innovazione l’avanzamento