Un giro d’affari di quasi 2 miliardi. E’ quello legato alle tecnologie “trenchless” in Italia che “hanno avuto impulso – racconta Paola Finocchi (nella foto), Segretario generale di Iatt (Italian association for trenchless tecnology) – ma permangono dei fattori ostativi sia dal punto di vista legislativo che nell’ambito delle realtà locali”
Qual è la situazione in Italia nell’applicazione delle tecnologie non invasive del suolo a basso o nullo impatto ambientale? E’ noto il giro d’affari del settore e il numero di aziende interessate?
Le tecnologie non invasive o trenchless consentono di effettuare l’installazione, la manutenzione e la sostituzione dei servizi interrati con un limitato o nullo ricorso agli scavi a cielo aperto, riducendo così, in modo significativo, sia i costi di cantierizzazione, sia i costi ambientali e sociali, rispetto ai tradizionali scavi a cielo aperto. In particolare, il settore delle Tlc ha contribuito significativamente alla maturazione di questo mercato e gli operatori oggi posano oltre il 60% delle proprie reti con le “perforazione orizzontale” e con la “minitrincea”. Ma anche negli altri settori, importanti aziende fanno uso di queste tecnologie per la posa delle loro infrastrutture e per il risanamento di quelle esistenti. Trattandosi di lavori specialistici, il numero delle imprese che, a livello nazionale, opera nelle tecnologie trenchless è di circa 200 delle quali poco meno della metà operano nel settore delle Tlc. Il giro complessivo di affari si attesta intorno a 1,5 – 2 miliardi di euro.
Nonostante i ritardi normativi, ci sono realtà in cui le minitrincee vengono utilizzate per la diffusione della banda larga?
Molte PA, ancor prima delle indicazioni normative, hanno inserito nei propri regolamenti inerenti gli scavi su suolo pubblico, la prescrizione per gli operatori di ricorrere alle tecnologie non invasive. Oggi, i grandi piani di sviluppo della larga banda sono stati pensati per sfruttare al meglio le risorse economiche messe in gioco. Le priorità progettuali sono state quindi quelle di utilizzare le infrastrutture esistenti e di impiegare le tecnologie non invasive, trenchless, limitando lo scavo a cielo aperto esclusivamente a quei casi in cui non è possibile una tecnologia alternativa.
Purtroppo, però, permangono dei fattori ostativi sia dal punto di vista legislativo che nell’ambito delle realtà locali che dovranno essere affrontati e risolti se non si vorrà penalizzare il Paese. L’attuale decreto scavi prevede delle condizioni di ripristino stradale che, nella realtà, disincentivano l’impiego delle tecnologie innovative con un conseguente aumento dei costi delle lavorazioni. Inoltre, molti enti locali impongono agli operatori condizioni gravose anche rispetto alle disposizioni di legge; per esempio, spesso a fronte di uno scavo in minitrincea di larghezza di 5 cm, viene richiesto un ripristino del manto stradale di 2,5 metri. Se pensiamo che il ripristino del manto superficiale delle strade, oggi, può incidere anche per il 40% sui costi delle opere civili, ci preoccupa il pensiero che i grandi investimenti pubblici non potranno essere focalizzati esclusivamente sulla “fibra ottica”.
Che cosa state facendo come associazione per dare impulso al settore?
Il largo ricorso alle tecnologie trenchless, soprattutto nel settore delle Tlc per via degli obiettivi di digitalizzazione del Paese, necessita, oltre che di interventi legislativi, anche di interventi di normazione tecnica, di individuazione dei giusti compensi legati alla richiesta di specifiche professionalità e macchinari, ma anche interventi di qualificazione delle Imprese che operano in questo settore. L’Associazione Iatt lavora da diversi anni in tal senso, convinti che per tutelare il settore e il mercato, sia indispensabile che si diffonda la più ampia conoscenza delle tecnologie e dei costi connessi.
Già dal 2008, in previsione della pubblicazione del regolamento del codice degli appalti, Iatt ha iniziato una collaborazione con il Dei, la tipografia del Genio Civile, per la diffusione di un “prezzario” di riferimento delle tecnologie trenchless. Prezzario che negli anni si è molto arricchito e che ha portato alla pubblicazione di uno specifico capitolo relativo alle “tecnologie a basso impatto ambientale”, nella collana del Dei “Prezzi Informativi dell’Edilizia”.
Inoltre, dal 2013 l’Associazione ha intrapreso un percorso di normazione delle tecnologie, attraverso la collaborazione con l’Ente Unificatore Nazionale (Uni) che ha già permesso la pubblicazione di prassi di Riferimento (n.7/2014) relativa alle minitrincee e che porterà a breve analoghe pubblicazioni delle tecniche di indagine del sottosuolo e delle perforazioni orizzontali.