“Dopo Boston nel 2012 e San Francisco nel 2013, l’edizione 2015 di International conference on digital disease detection è arrivata in Italia, a Firenze, ad attestare l’interesse europeo nei confronti dei temi legati a uno dei campi più dinamici e innovativi nella ricerca tecnologica e scientifica applicata al mondo della salute”. Parla così a CorCom Daniela Paolotti, research leader di Isi foundation (Institute for scientific interchange) di Torino, tra gli organizzatori – in collaborazione con HealthMap e Skoll global threats fund – della conferenza internazionale sulla digital disease detection.
Approdato per la prima volta in Europa l’evento, che ha portato nel capoluogo toscano ricercatori, scienziati, informatici e imprenditori provenienti sia dal mondo accademico sia dal settore privato, si è svolto in concomitanza con la World wide web conference, in agenda nella stessa città. “Un apparentamento non casuale, che ha consentito il contatto diretto tra le comunità dei digital detection scientists e dei web scientists, entrambe in continua evoluzione, nell’ambito di un intreccio e stimolo di idee, riflessioni, innovazioni e progetti per il futuro”, riprende Paolotti, che quindi si concentra sul tema portante della conferenza. “Attraverso le nuove tecnologie vengono generate moli di dati che prima erano impensabili. Da parte sua, la digital disease detection è una disciplina che avrà un ruolo sempre più rilevante in futuro”.
L’intento della digital disease detection è l’utilizzo “delle nuove sorgenti di dati costituite da social network, smartphone e sensori indossabili – dice Paolotti – per lo studio, la prevenzione e il controllo di malattie, sia a livello di popolazione che alla scala individuale”.
Alla due giorni di lavori hanno partecipato oltre 200 ospiti provenienti da oltre 40 paesi diversi – tra il pubblico, hanno destato particolare curiosità gli appuntamenti dedicati alla lotta contro Ebola e alle tematiche etiche – a dimostrazione che la comunità coinvolta, numeri alla mano, sta crescendo sensibilmente. Alla luce di questo aspetto, il direttore scientifico della Isi foundation Ciro Cattuto spiega che “internet, i social media e le tecnologie digitali non stanno solo rivoluzionando il mondo della comunicazione, ma ci offrono anche strumenti straordinari per rispondere alle necessità sanitarie del nostro tempo”. Quindi aggiunge: “Oggi è possibile sviluppare reti di sorveglianza più efficaci grazie ai Big data e alla raccolta di informazioni che provengono dai social network, da comunità partecipative in crowdsourcing, dai sensori corporei inseriti nei wearable, i dispositivi indossabili. Lo sviluppo di sistemi di raccolta, analisi e interpretazione delle informazioni sarà decisivo per rendere ancora più efficiente la prevenzione e il contrasto alle emergenze sanitarie mondiali”.