Il braccio di ferro tra le compagnie aeree e i siti di viaggio per la comparazione dei prezzi e la vendita on line dei biglietti come Expedia e Kayak si fa sempre più duro. Lufthansa ha annunciato che da settembre sarà addebitata una fee di 16 euro ai biglietti prenotati su siti di parti terze. Le compagnie aeree americane non si sono spinte così in avanti, ma stanno mettendo in atto strategie per ostacolare la comparazione dei prezzi e riportare i clienti sui propri siti.
Delta ha rimosso le proprie tariffe da TripAdvisor e da altri piccoli siti, American Airlines lo scorso anno ha sfilato i propri voli da Orbitz. Southwest ha mantenuto fuori la propria offerta dai siti terzi definendola “una strategia di distribuzione on-line pura”. La strategia delle compagnie aeree è quella di attirare i clienti sui propri siti, vendendo biglietti senza commissione o spese di prenotazione, sottraendo loro di fatto la possibilità di comparare le tariffe e risparmiare.
Uno studio commissionato lo scorso mese da Travel Technology Association ha rilevato che la marcia indietro delle compagnie aeree rispetto ai siti terzi di vendita potrebbe costare ai passeggeri più di 6 miliardi di dollari all’anno. Non solo, potrebbe anche scoraggiare più di 40 milioni di passeggeri a volare.
Un portavoce di Airlines for America ha difeso la posizione delle compagnie. “Le compagnie aeree – ha detto – vogliono vendere i biglietti, e vogliono farlo nel modo meno oneroso possibile, motivo per cui comprare i biglietti direttamente da un sito compagnia aerea offre la tariffa più bassa”.
Oltre al risparmio sui “costi di distribuzione”, che comunque sono una piccola parte rispetto ai budget dei grandi operatori aerei, la vendita diretta concede altri vantaggi come il maggiore controllo su ciò che vendono (pasto o spazio per le gambe aggiornamenti, carte frequent flier e sedili prioritari). Insomma dati e tipologia dei passeggeri, aggiunti alla possibilità di oscurare la concorrenza sottraendosi alla comparazione dei prezzi.
Più del 30 per cento dei biglietti sono ancora prenotati tramite siti web delle compagnie aeree, rispetto a circa il 20 per cento sui siti di viaggi online. La parte restante passa attraverso le agenzie di viaggio. Ma l’industria del turismo ha difeso la crescita dei siti terzi come un controllo contro i prezzi dei biglietti, un settore caratterizzato da manovre e fusioni. Gli azionisti Orbitz il mese scorso hanno sottoscritto il passaggio per 1,3 miliardi dollari al grande rivale Expedia, che possiede anche Hotels.com e Hotwire.com. Nel frattempo, altri servizi stanno avanzando come per esempio il motore di ricerca dedicato di Google.