IL CASO

Banda ultralarga, incontro Governo-Ue a Bruxelles: focus sui fondi nelle aree nere

Tiscar, Beltrame e Lombardo hanno incontrato Stehmann della Dg Competition. Riflettori puntati sulla questione dell’upgrade tecnologico. Intanto inizia il conto alla rovescia per il via libera al decreto Comunicazioni (ancora) al vaglio del Mef

Pubblicato il 09 Giu 2015

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Il piano banda ultralarga arriva sul tavolo della Commissioni europea. Oggi una delegazione del governo italiano formata da Raffaele Tiscar, vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Alessio Beltrame capo segreteria del sottosegretario alla Comunicazioni Antonello Giacomelli, e Salvatore Lombardo Ad di Infratel hanno incontrato oggi il Oliver Stehmann della Dg Competition della Ue. “Il clima è stato buono – dicono a CorCom dal Mise – e l’attenzione è stata focalizzata sul tema delle aree bianche a 100 mega e sulle nere a 30 e alla relativa questione dell’upgrade tecnologico”.

Come scritto da CorCom vale fra i due e i 4,7 miliardi di euro la partita ultrabroadband nelle aree bianche, quelle a fallimento di mercato dove gli operatori non sono interessati a investire. Una partita importante perché pesa per il 44% sul potenziale di copertura complessivo, ossia rappresenta la fetta più grande della torta nazionale: lo rileva il documento di Infratel visionato da CorCom che mette nero su bianco la suddivisione delle aree di copertura ma soprattutto i relativi importi di realizzazione delle opere di cablaggio stimate al 2016. Se per le aree nere i costi si aggirano attorno ai 7,5 miliardi in quelle bianche la stima più al rialzo è di 4,7 miliardi e riguarda la realizzazione di reti a 100 Mb. Se invece si punta sui 30 Mb l’importo scende a 2 miliardi.

Tenendo conto che il piano del governo fissa a 6 miliardi le risorse pubbliche a disposizione per la realizzazione delle reti ultrabroadband, i fondi sarebbero dunque più che sufficienti per andare a coprire le aree più a rischio del paese. Secondo Infratel si può procedere in diversi modi: attraverso meccanismi di gare a contributo, incentivi fiscali e accesso ai fondi pubblici, inclusi quelli regionali ed europei.

Intanto è iniziato il conto alla rovescia per il via libera da parte Cdm del cosiddetto decreto Comunicazioni, ora al vaglio del ministero dell’Economia che si dovrà assicurare della sostenibilità finanziaria degli strumenti messi nero su bianco da Mise e governo per realizzare il piano Bul. I riflettori sono puntati soprattutto sui voucher destinati agli utenti finali e il credito di imposta per gli interventi infrastrutturali.

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