E' stato messo nero su bianco in 107 pagine il piano a banda
larga Lombardia Digitale che mira a spingere la realizzazione delle
reti di nuova generazione nella regione in vista
dell'appuntamento con l'Expo 2015. A redigere il piano il
professor Francesco Sacco, docente dell'università Bocconi,
insieme con Salvatore Lombardo (Invitalia), un team di ingegneri
della Technovo e l'ex responsabile regionale per la rete
Raffaele Tiscar.
La partita vale da 1,09 a 1,429 miliardi e il modello messo in
campo è il fiber to the home. Il recupero dell'investimento è
stimato in dieci anni e per la realizzazione delle infrastrutture
si partirà con una dotazione finanziaria di 300 milioni di euro
messi sul piatto da Finlombarda. Ma l'idea è di far convergere
nel piano una pluralità di soggetti e di dare vita ad una
compagine pubblico-privata. Nessun esborso da parte degli operatori
di Tlc i quali però sarebbero "obbiglati" a spostare
sulla nuova rete la maggior parte dei servizi. In dettaglio, per
cablare ogni edificio sono necessari 3.253 euro ed è fissato a 170
euro il ricavo medio per cliente. Per gli operatori la fee di area
vale 100mila euro, il costo per edificio fra i 150 ed i 500 euro ed
il canone mensile per edificio fra i 14 ed i 200 euro.
Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, insieme con
Stefano Pileri (nel ruolo di consulente per il progetto di
cablatura lombardo) e la società Between hanno già avviato una
serie di incontri con gli operatori di Tlc e le aziende
specializzate in attività di cablaggio. Colloqui separati con le
telco: da una parte Telecom Italia e dall'altra il
"team" composto da Vodafone, Fastweb e Tiscali. Riguardo
alle manifatturiere il primo incontro avrebbe coinvolto Prysmian e
Sirti. Chiamato a dare un giudizio informale anche Roberto Caio, il
consulente del governo per il Piano anti digital divide.