Più autonomia e flessibilità per i piccoli supermercati dotati di barriera casse e per i network dei negozi in franchise. Ma soprattutto più capacità di analisi grazie alla business intelligence e all’integrazione dei sistemi gestionali, del back office e dei piani promozionali e di loyalty riservati ai clienti, con importanti ricadute sull’efficienza della supply chain. È questa la nuova proposizione dedicata al retail presentata oggi da Passepartout, la software sammarinese specializzata in ERP per PMI e professionisti.
Sono circa 2000 i clienti che Passepartout può già vantare in ambito retail – con franchise e catene che spaziano dagli store Vodafone alle cioccolaterie Venchi, passando per le boutique Wjcon, fino ai ristoranti dei Fratelli La Bufala e agli specialisti del surgelato come Al Delfino – e il piano è aggiungere 500 nuove referenze nel giro dei prossimi mesi. “Stando ai primi incoraggianti risultati, direi che centreremo l’obiettivo”, ha spiegato al CorCom Corrado Rossi, direttore commerciale di Passepartout. La piattaforma integra nativamente soluzioni verticali specifiche all’interno di un unico ecosistema che può essere controllato ed esplorato in modo bidirezionale, dal punto vendita così come dalla sede centrale (o dal franchisor). I quartieri generali sono dotati dello strumento di gestione Retail Configuratore, da cui è possibile codificare e organizzare tutta l’offerta per articoli, listini, clienti, promozioni, fidelity card, amministrando al tempo stesso il magazzino e i trasferimenti merce da e per il negozio. Il quale invece, attraverso Passepartout Retail, può gestire in autonomia la propria logistica, demandando alla sede centrale le attività di back office e concentrandosi sulle attività di vendita. La piattaforma, dotata inoltre di traduttore lingue per l’uso all’estero, comprende anche Passweb, soluzione specifica per l’e-commerce in chiave B2C e B2B in versione desktop e mobile.
Passapartout Retail (edizione MDO) e Retail Configuratore sono anche i software che il gruppo propone, sempre esclusivamente attraverso i propri partner commerciali, ai piccoli supermercati, tipicamente quelli con barriere casse da cinque o sei unità. Il sistema gestisce tutti i programmi di loyalty, oltre all’hardware del punto vendita (dalle bilance alle etichettatrici fino naturalmente alle casse vere e proprie) sincronizzando i dati in tempo reale. I terminali di pagamento vengono d’altra parte gestiti uno a uno e sono in grado di funzionare anche in assenza di connettività, con la capacità di conservare le informazioni prodotte e trasmetterle alla sede centrale non appena la rete è di nuovo disponibile.
L’interdipendenza tra i sistemi, sia nel caso della GDO, sia in quello delle catene di franchise, genera un flusso di dati che possono essere trasmessi in forma aggregata o dettagliata all’headquarter ed essere sottoposti ad analisi multidimensionali. Di questo se ne occupa PBI, lo strumento di business intelligence che correla lo storico del venduto alle abitudini dei consumatori, dando vita a modelli predittivi utili per pianificare azioni di marketing e potenziare la catena del rifornimento. “Il mercato sta cambiando in fretta”, ha commentato Rossi, “e se prima eravamo noi a dover inseguire i clienti per proporre le nostre soluzioni, oggi è il mondo del retail a dimostrare enorme interesse nei confronti di strumenti che contribuiscono sensibilmente ad abbattere i costi aumentando l’efficienza del sistema. Questo permette a Passepartout di vivere un momento in cui la crescita non è solo quantitativa, ma anche e soprattutto qualitativa”.