Si avvicina il momento in cui il gruppo francese Vivendi sarà il principale azionista di Telecom Italia, con una quota del capitale fino al 15%. E iniziano le manovre che porteranno, ufficializzato ieri lo scioglimento di Telco, al nuovo assetto societario dell’operatore italiano.
Così ieri si erano diffuse le voci di un possibile ingresso in Cda di due uomini Vivendi, dei quali oggi il sole 24 ore ha proposto gli identikit che sono in pole position: Arnaud de Puyfontaine, ex ceo di Vivendi, e Stephane Roussell, che di De Puyfontaine è il braccio destro.
Voci però smentite oggi dal presidente Telecom, Giuseppe Recchi, che rispetto all’assetto del board ha sottolineato: “non è arrivato nessun input. Non abbiamo contatti; gli azionisti si vedono nei momenti predisposti”. Recchi ha anche “escluso categoricamente” che al prossimo Cda dell’azienda, previsto il 26 giugno a Torino, possa presenziare come invitato il presidente di Vivendi, Vincent Bollorè.
Attualmente, nel Cda di Telecom siedono 13 consiglieri e lo statuto consentirebbe di incrementare l’organismo fino a 19 membri. Pertanto, nel caso in cui, Vivendi potesse chiedere in futuro di far entrare uno o più rappresentanti in consiglio non sarebbero necessarie dimissioni da parte di qualcuno degli attuali consiglieri.
“Noi non facciamo scenari sui se e sui ma”, ha poi detto Recchi commentando le indiscrezioni in merito a un eventuale vendita della controllata brasiliana Tim Brasil in conseguenza dell’entrata in Telecom dei francesi. “Per adesso continuiamo con la nostra strategia – ha aggiunto a margine di un convegno a Expo – e non prevedo modifiche su ipotesi in base a fatti che non si sono verificati. A oggi, i mercati hanno premiato la nostra strategia e continuiamo, trimestre per trimestre, a verificarne l’andamento”.
Poi Recchi è tornato a parlare di Banda Larga e del possibile coinvolgimento di Enel nella posa dei cavi in fibra ottica: “Con Enel stiamo parlando molto intensamente per vedere quali sinergie si possono fare – ha spiegato – Ovunque si possono fare sinergie di infrastrutture, sono risparmi utili che permettono di impiegare meglio i capitali”.