INNOVAZIONE

Digitale leva di trasformazione, l’Italia deve passare alla fase operativa

Le imprese dell’Ict vogliono mettere a disposizione di chi decide visioni, competenze e tecnologie per creare valore. L’analisi di Antonello Busetto, direttore di Assinform

Pubblicato il 22 Giu 2015

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«Digitale: energia per l’innovazione, nutrimento per la crescita». Parla da solo il titolo scelto dalle maggiori rappresentanze dell’industria dell’Ict per l’incontro annuale sullo stato e le prospettive della digitalizzazione del nostro Paese. A fare da innesco, la 46° edizione del Rapporto Assinform e il lancio di un “Manifesto” per la crescita digitale in Italia. Sono attesi mille partecipanti all’incontro organizzato da Assinform e Confindustria Digitale per il 2 luglio a Milano, all’auditorium di Expo 2015. Imprenditori, esponenti di governo, amministratori, parlamentari e accademici si confronteranno sul ruolo del digitale per il futuro del nostro Paese. “Digitale: energia per l’innovazione, nutrimento per la crescita” è il titolo di un meeting che punta ad uscire dagli schemi: l’idea è di non limitarsi a dibattere delle sfide che ci attendono e del ruolo che può avere il digitale per vincerle, ma di dare indicazioni operative su ciò che conviene fare oggi per guadagnare efficienza in tutti i settori, dalla PA a quelli del Made in Italy, e per fare impresa, creare occupazione e benessere. Il tutto con tesi molto nette, riassunte nel documento “Digitale per crescere – Manifesto per l’Italia che ci crede”, che sarà presentato assieme al Rapporto Assinform.
Expo: metafora della crescita
La sede ha un significato che supera la valenza di cornice. Perché ad Expo è presente l’eccellenza mondiale e le aziende italiane sono protagoniste. Perché il tema di Expo, quello della nutrizione, sembra distante dal digitale, ma non lo è, visto che il digitale in Expo è onnipresente, non solo in ambito scenico e organizzativo, ma in molte delle tematiche forti affrontate: dall’animazione di nuove filiere sino al patrimonio informativo utile alle politiche di sviluppo fondate sull’agroalimentare e la lotta allo spreco. Ma c’è una cosa che conta ancora di più. Expo 2015 nel giro di pochi mesi è diventata la metafora di come siamo ancora capaci, in Italia, di cambiare il corso degli eventi. Di produrre scatti di intelligenza, orgoglio e determinazione che permettono di ricuperare situazioni di incertezza e di ritardo che altri considererebbero fatali, e di giungere al successo. È soprattutto questo che ci ha spinto a scegliere quella sede e quel titolo.
Opportunità mai viste finora
Il nostro Paese nel suo complesso soffre di un deficit competitivo che va colmato e l’innovazione digitale è oggi la più potente e sostenibile leva di cambiamento. Recuperare il ritardo accumulato negli investimenti Ict vuol dire usarla, e con successo perché oggi l’evoluzione dell’Ict sta generando opportunità mai viste per un sistema paese come il nostro. Basti pensare al cloud computing: abbassa le barriere d’accesso ai servizi e alle applicazioni per innovare prodotti, processi, integrare le filiere, creando le condizioni più favorevoli per fare di tante piccole imprese i nodi di sistemi federativi, capaci di competere con maggior forza. Senza poi guardare a ciò che può significare la digitalizzazione della PA, che può innescare un’accelerazione delle transazioni digitali trasversale a tutti settori e nel territorio. Una spinta che si può sommare a quanto già sta avvenendo spontaneamente in non pochi ambiti e che dovrebbe indurre a guardare in modo nuovo alle politiche per l’innovazione. Questi temi saranno introdotti nell’intervento dal Presidente Assinform Agostino Santoni – preceduto dall’indirizzo di saluto di Giuseppe Sala e intervallato dalla presentazione delle principali evidenze del Rapporto Assinform ad opera di Giancarlo Capitani – collegato alle tesi del Manifesto Assinform per la crescita digitale, con le sue sette priorità in buona parte già inscritte nella Strategia per la Crescita digitale varata dal Governo.
Indicazioni operative
oltre il dibattito
Quelle priorità saranno al centro dei successivi approfondimenti, volti a dare indicazioni operative per fare, con gli interventi Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato; Paolo Barberis, animatore di Nanabianca; Davide Dattoli, cofondatore di Talent Garden; Riccardo Luna, giornalista, scrittore e Digital Champion; Massimiliano Magrini, cofondatore e Managing Partner di United Ventures; Antonio Samaritani, Direttore dell’Agid. Le conclusioni sono affidate a Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, e in esse avranno spazio le condizioni da creare per vincere le inerzie e passare ai fatti. Perché una strategia Paese c’è già: la Strategia per la Crescita digitale varata dal Governo. Va sostenuta e ove necessario ampliata. Ma in corsa. È tempo di fare. E le imprese dell’Ict vogliono mettere a disposizione di chi decide visioni, tecnologie e competenze. Per creare valore oggi che è già futuro.

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