Debutto “col botto” per Inwit, la società in cui Telecom Italia ha fatto confluire 11.500 torri per la trasmissione del segnale di telefonia mobile di Tim. In apertura di contrattazioni al mercato telematico azionario il titolo ha registrato subito un +6,85%, e scambiava a 3,9 euro ad azione: il prezzo di collocamento era di 3,65 euro ad azione.
“Il prezzo ci dice che la storia della nostra società ha convinto – ha commentato l’Ad Oscar Cicchetti suonando la campanella che dà il simbolico avvio alle negoziazioni – Quella di Inwit è una storia industriale di successo, e questo è un momento di conclusione di un percorso ma è anche un punto di arrivo, un nuovo inizio. Nasciamo con un grande e importante passato, quello della prima rete mobile italiana”. La società si è attestata al nono posto in Europa per capitale raccolto.
“Abbiamo detto che vediamo di fronte a noi un paio di anni in cui potrebbe esserci un percorso di consolidamento del settore. Inwit ha le caratteristiche per parteciparci – prosegue Cicchetti a margine della cerimonia di quotazione della società a Piazza affari – Non crediamo che ci siamo molte sinergie tra le torri broadcast e le torri di tlc, ma il nostro lavoro è quello di gestire l’infrastruttura”. “Siamo soddisfatti – dice commentando gli esiti dell’Ipo – Abbiamo una storia solida e il fatto che sia stata apprezzata ci fa piacere. Faremo di tutto per valorizzare tale eredità, costruendo infrastrutture per reti mobili tradizionali e innovative. Il riscontro è stato generalizzato. Ci sono i più grandi nomi della finanza mondiale. Il più grande sotto il 2%. Ci sono i più grandi investitori sia long only sia hedge fund”. Quanto al dividendo, “Non abbiamo una politica di dividendo – prosegue – abbiamo poco debito e generiamo cassa. La decide il Cda e l’assemblea degli azionisti”. “Faremo di tutto per valorizzare tale eredità, costruendo infrastrutture per reti mobili tradizionali e innovative”, spiega. “Faremo tutto quanto abbiamo promesso ai nostri investitori e d’ora in poi comunicheremo tutto ciò che abbiamo intenzione di fare – conclude Cicchetti – Ci pare il miglior modo di approcciare la quotazione in Borsa”.
In fase di collocamento la società aveva raccolto 875,3 milioni di euro, con una capitalizzazione pari a circa 2,2 miliardi di euro. Banca Imi ha agito come sponsor e responsabile del collocamento per l’offerta pubblica. Coordinatori Globali dell’offerta sono Banca Imi, Deutsche Bank Ag, London Branch e Mediobanca – Banca di Credito Finanziario.
“Siamo molto felici di dare il benvenuto a Inwit sul mercato principale di Borsa Italiana – commenta Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana – La società ha ricevuto un ottimo riscontro da parte degli investitori che hanno richiesto titoli pari a circa sette volte l’offerta. Un’ulteriore dimostrazione di come gli investitori domestici e internazionali guardino con sempre maggiore attenzione al nostro mercato e siano pronti a cogliere le sempre più numerose e interessanti opportunità di investimento. Ci auguriamo che Inwit, anche grazie alla quotazione, possa conseguire con successo i suoi ambiziosi progetti di crescita”.
Intanto tra i soci di Inwit spunta anche il fondo dell’università di Harvard. Al termine dell’offerta di vendita, secondo quanto riportato da Giorgio Perrino, direttore finanziario di Inwit, Harvard Management Company risulta detenere il 2,6% del capitale. Presente con il 3% circa il fondo Threadneedle, azionista anche di Ei Towers.
A fine giornata il titolo guadagna l’11,51% a 4,07 euro.