Il decreto Comunicazioni potrebbe approdare al Consiglio dei ministri di stasera. Anche se col passare delle ore le probabilità stanno scemando. Il documento non figura infatti fra i documenti del pre-consiglio nonostante alcune voci stamattina – pur senza conferme (l’ordine del giorno non è ancora stato reso noto) – dessero per possibile l’arrivo del decreto in Cdm. La “spaccatura” del provvedimento in due tronconi separati – da una parte i fondi e dall’altra i voucher per la domanda e il credito di imposto – sembrava la strada più probabile fino a ieri. “Occorre capire se facciamo un decreto o no, se possono bastare le misure del Cipe o se c’è la necessità di un decreto legge”, ha dichiarato ieri il premier Matteo Renzi.
“Il piano banda ultralarga è a Palazzo Chigi”, ha detto stamattina il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, confermando dunque che il premier si sta occupando direttamente della faccenda. Se è vero che da un lato il ricorso a una delibera Cipe per la parte relativa ai fondi consentirebbe di velocizzare il progetto sganciando le questioni su cui pende l’ok di Bruxelles (alcuni dei provvedimento andranno notificati all’Europa e non è possibile stabilire quali saranno i tempi di risposta), dall’altro non sarebbe possibile mettere sul piatto i sei miliardi e passa previsti dal piano Bul.
Stando a quanto risulta a CorCom per gli ultimi mesi del 2015 l’ammontare sarebbe risibile se non addirittura nullo, visto che di qui a fine anno c’è poco tempo e se il Cipe non delibera entro novembre le risorse torneranno nella sua disponibilità. Per gli anni a venire è tutto da vedersi di volta in volta, ma di qui al 2017 non si andrà oltre gli 830 milioni (queste le prime stime).