IL RILANCIO

Ngn, Lombardo: “L’alibi della carenza di domanda non regge più”

L’Ad di Infratel: “L’esperienza dimostra che ovunque siano arrivate le connessioni veloci si è registrata un’impennata degli abbonamenti e strutturata la concorrenza”

Pubblicato il 24 Giu 2015

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«A causa del suo eterno monopolista, l’Italia è l’unico Paese Ue con una sola struttura di accesso. È ciò che ha portato a una situazione di immobilismo», ha spiegato Salvatore Lombardo, Ad di Infratel, aprendo la sua relazione dedicata allo sviluppo dell’infrastruttura Ngn. “L’alibi della mancanza di domanda non regge: ovunque siano arrivate le connessioni veloci abbiamo registrato un’impennata degli abbonamenti e laddove un operatore ha dato il via all’offerta è stato subito inseguito dai competitor”. Per Lombardo ricorrere all’Fttc per lo sviluppo della rete è una scorciatoia che consente alla Penisola di compiere un passo veloce (ed economico: il costo per portare i 30 Mbps a tutta la popolazione è di 2 miliardi di euro) per allinearsi alle medie europee, a scapito però della qualità del servizio. “Portare la fibra fino al building costerebbe 19 miliardi, mentre per un Ftth esteso ne occorrono 23. Noi ci siamo dati come obiettivo una soluzione intermedia tra l’Fttc e la seconda ipotesi, con un costo stimato di 12 miliardi, da realizzare attraverso bandi che integrano interventi pubblici e privati.

Le risorse ci sono, possiamo sfruttare i fondi europei. Il problema vero riguarda le regole e i modelli che il legislatore impone nella scelta delle aree a cui vanno destinate, tra presenza di servizi, tutela della concorrenza e modalità di erogazione degli incentivi. Questo significa che per procedere sono necessari degli accordi preliminari tra gli operatori”.

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