Via al piano Caio “Poste 2020”. Con l’ok di Agcom sulle modalità di erogazione del servizio postale il gruppo Poste italiane può avviare il piano quinquennale in vista della quotazione in borsa.
Ieri l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha infatti dato il sostanziale via libera alla richiesta di Poste di effettuare le consegne della posta a giorni alterni e gli aumenti tariffari.
La giornata di ieri, fa sapere Poste in una nota, “diventa un importante passaggio nell’attuazione di questo Piano: da una parte le decisioni dell’Autorita’ per le Garanzie nelle Comunicazioni che abilitano la trasformazione del servizio postale , dall’altra un primo positivo riscontro da possibili investitori internazionali che hanno manifestato interesse per il piano industriale di Poste”.
L’ok di Agcom è arrivato attraverso l’approvazione a maggioranza (voto contrario del commissario Antonio Preto) di due delibere. Nella prima l’Agcom ha indicato un calendario di attuazione in tre fasi successive che saranno avviate rispettivamente il 1° ottobre 2015, il 1° aprile 2016 e non prima del mese di febbraio 2017. “La prima fase coinvolgerà una ristretta fascia di popolazione (pari allo 0,6% della popolazione nazionale) fino al massimo del 25% nella fase conclusiva”.
Con la seconda delibera Agcom ha anche deciso che dal prossimo primo ottobre il costo del servizio per la posta ordinaria formato standard sarà di 0,95 euro a invio. Partirà invece dal primo ottobre 2016 un nuovo servizio di posta prioritaria “a prezzi ragionevoli”, dice Poste.
Secondo il commissario relatore della delibera, Antonio Nicita, si tratta di un provvedimento “equilibrato e graduale che si sviluppa nell’arco di tre anni” e che inoltre lascia spazio “, nota ancora il commissario che è stato relatore del provvedimento, per eventuali modifiche dopo il confronto con la Commissione europea.
All’opposto il commissario Antonio Preto nutre “seri dubbi che la decisione risponda al dettato normativo europeo sul servizio universale”. Inoltre il commissario fa sapere di aver votato anche contro il provvedimento che definisce i nuovi obiettivi di qualità e le nuove tariffe dei servizi postali “perché determina un aumento dei prezzi e un alleggerimento degli obiettivi di qualità senza incentivi all’efficienza”.
Contraria alla decisione la federazione degli editori di giornali secondo cui “la decisione dell’Autorità rischia di pregiudicare l’accesso all’informazione da parte dei cittadini nel 65% dei comuni italiani”. Il presidente Fieg Maurizio Costa chiede che il confronto, richiesto dalla stessa Autorità nella decisione di ieri, tra editori, Poste italiane e Governo “affronti e risolva in maniera tempestiva e realmente efficace il problema della consegna dei giornali quotidiani e periodici”.