LO STUDIO

Unioncamere: “Nel 2016 il 3,5% del Pil sarà legato al web”

I dati illustati dal presidente Ivan Lo Bello: “La percentuale sale al 12,4% se si considera l’area euro. In Italia non è ancora stata compresa l’opportunità delle nuove tecnologie: 4 imprenditori su 10 snobbano Internet”

Pubblicato il 30 Giu 2015

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“Abbiamo assistito in questi anni a un vero e proprio tsunami tecnologico che ha profondamente modificato i nostri costumi. Le più recenti indagini mostrano che, nel 2016, il 3,5% del Pil italiano sarà legato a Internet. Non è poco, ma è meno di quanto previsto per altri Paesi europei”. Lo ha detto Ivan Lo Bello (nella foto), neo presidente di Unioncamere, intervenendo al seminario estivo di Symbola che si è svolto a Treia, in provincia di Macerata. Durante il suo discorso Lo Bello ha citato proprio uno studio dell’associazione delle Camere di commercio italiane, che riporta come nel 2016 nell’area G-20, la rete contribuirà a generare fino al 12,4% del Pil.

“Questo – spiega Lo Bello – dipende anche dal fatto che nel nostro sistema produttivo ancora non è ampiamente compresa la straordinaria opportunità legata all’utilizzo delle nuove tecnologie, tanto che, su 10 imprenditori, almeno 4 non sono a conoscenza delle potenzialità offerte dalla promozione dei prodotti sulla rete e dall’esistenza di un sito internet dedicato”.

“Le Camere di commercio – prosegue il presidente di Unioncamere – possono e vogliono essere protagoniste di questo cambiamento, affiancando le imprese e accelerandone la digitalizzazione, per rilanciare quel modello economico tutto italiano basato sui territori e sulle eccellenze produttive. La nostra, infatti.- conclude – è una storia di innovazione, il Registro delle imprese lo dimostra, e per questo possiamo diventare la punta avanzata di una pubblica amministrazione 2.0″.

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