«Bisogna sostenere in modo veloce il cambiamento. Aziende e PA devono spingere gli investimenti in innovazione e bisogna concentrarsi sulla domanda più che sull’offerta, affinché si faccia davvero ‘sistema’ e si creino le condizioni per l’ecosistema italiano dell’innovazione». Questa la vision di Nunzio Mirtillo, numero uno di Ericsson Italia e della Regione Mediterranea. L’azienda crede molto nella forza del cambiamento e in occasione della convention 2015, quest’anno andata in scena in Franciacorta, ha puntato i riflettori sull’importanza del coinvolgimento di tutti – imprese, PA, istituzioni, regolatori, cittadini – in nome della Società connessa. “We are all change makers”, questa la “formula” che secondo Ericsson rappresenta la chiave di volta. Ma quali sono i trend che cavalcano i change makers di oggi e quali gli strumenti a loro disposizione? La risposta sta nella fotografia scattata dal Mobility Report: le sottoscrizioni mobili supereranno la popolazione mondiale nel corso del 2015; nel 2016 un utente su due nel mondo avrà uno smartphone – le sottoscrizioni raddoppieranno da qui al 2020 (da 2,6 miliardi a 6,1 miliardi); il traffico dati in mobilità è destinato ad aumentare di 9 volte entro il 2020, guidato dai servizi video che oggi pesano poco meno del 50% e nel 2020 saranno il 60% del traffico totale generato in mobilità.
“Nella Networked Society i change makers sono coloro che fanno leva sulla tecnologia, che captano in anticipo i desideri e le necessità degli utenti, trasformando il modo in cui i servizi vengono concepiti e fruiti o creando servizi completamente nuovi”, sottolinea Mirtillo.
Mobilità, banda larga e cloud le tre tecnologie abilitanti: “Consentono un’innovazione esponenziale. E ciò riguarda tutti i settori: nelle industrie delle biotecnologie, i sensori intelligenti, la stampa 3D e l’Internet delle cose, così come nell’energia intelligente o la robotica”, puntualizza l’Ad. Il futuro è dietro l’angolo e fra i fenomeni attesi come più dirompenti c’è quello dell’Internet of things: “Assisteremo ad una vera e propria esplosione. Già oggi abbiamo esempi concreti di servizi basati sulle informazioni scambiate tra sensori, basti pensare ai contatori intelligenti in ambito utility, dove l’Italia è fra i primi Paesi al mondo per numero di smart meter connessi. In questo caso, la necessità di banda è di pochi Kbyte, come pure non è necessario trasmettere i dati in tempo reale. Ma pensiamo ad altre applicazioni, come ad esempio la chirurgia a distanza. Saremo in futuro in grado di avere anche nuove categorie di servizi, come applicazioni evolute per le enterprise, M2M legato ai sensori, Tv personalizzata per il mercato di massa, M2M per applicazioni critiche”. Le opportunità offerte dalle reti di nuova generazione, dalle tecnologie di comunicazione e l’esplosione dell’Internet delle cose costituiscono secondo Ericsson gli asset fondamentali per la trasformazione guidata dai change makers “digitali”.
“Pensiamo al settore dei trasporti – evidenzia Mirtillo -. Il futuro delle vetture è quello di essere sempre connesse a Internet in cloud. Bisogna quindi sviluppare un’offerta affinché conducenti e passeggeri possano accedere a servizi e applicazioni di infotainment in tempo reale. Dall’altra parte, le amministrazioni potrebbero invece investire affinché le auto diventino un’importante fonte di informazione per le società di assicurazioni in modo da poter offrire polizze più vantaggiose ai clienti”. Ma nel guardare avanti “il vero vantaggio avverrà quando una città potrà aggregare informazioni in tempo reale da più fonti, quando tutto sarà collegato, consentendo una perfetta infrastruttura di trasporto”.
Ma affinché la rivoluzione possa apportare benefici per tutti “dobbiamo costruire le partnership necessarie per guidare il progresso su diversi livelli. Le imprese, le persone e la società devono poter sfruttare i vantaggi della tecnologia e promuovere il cambiamento: il cambiamento nel business, nell’uso della tecnologia e nel nostro stile di vita”.
Stando ai dati della ricerca “Gli italiani e la società connessa” a firma di Ericsson e della Luiss Business School, gli italiani ripongono grande fiducia nella tecnologia e nella Società connessa, percepite dal 71% degli intervistati come abilitatori in grado di migliorare la qualità della vita delle persone e dal 72% come leve strategiche per lo sviluppo economico del nostro Paese, attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi posti di lavoro. Servizi pubblici (31%), istruzione (29%) e sanità (27%) i tre ambiti che più potranno beneficiare degli effetti della Società connessa. E-government, digitalizzazione della PA, innovazione nell’istruzione e nei servizi sanitari, dialogo diretto con le istituzioni tra i principali vantaggi evidenziati.