General Motors testerà una nuova tecnologia Cisco che permette alle connected cars di condividere frequenze radio con i device wi-fi lungo le strade al fine di migliorare la sicurezza di chi guida.
Questa tecnologia è disegnata per permettere a dispositivi connessi su wi-fi di usare lo stesso spettro radio (5.9 GHz) dei sistemi di sicurezza vehicle-to-vehicle (V2V) senza causare interferenze, come spiegato da un executive di GM a un comitato speciale della Casa dei rappresentanti americana (House Subcommittee on Commerce, Manufacturing and Trade).
La tecnologia V2V consentirebbe quindi alle auto di comunicare con i dispositivi lungo le strade e tra di loro per evitare incidenti e collisioni, usando informazioni sulle loro posizioni relative, le velocità, la direzione e altro e allertando i conducenti su eventuali rischi. La tecnologia Cisco sarebbe in grado di fornire messaggi di allerta nell’80% degli incidenti d’auto che coinvolgono più di un veicolo.
GM ha intenzione ora di condurre dei trial sulla tecnologia Cisco e di usare la quindi V2V technology per le sue sedan 2017 Cadillac CTS.
“Siamo ottimisti sulla proposta che ci ha fatto Cisco“, ha affermato Harry Lightsey, executive director della unit di GM Global Connected Customer Experience. “Stiamo collaborando con Cisco e pensiamo di cominciare a testare la loro tecnologia appena possibile”.
Barry Einsig, global transportation executive di Cisco, ha detto che la vision “Internet of Everything” della sua azienda include reti di comunicazione che connettono le macchine e altri veicoli tra loro e con i device lungo le strade, come quelli della Polizia o i segnali di Sos.
La posizione di aziende come Cisco e GM si scontra però con quella dei colossi dell’e-commerce che hanno chiesto ai regolatori e parlamentari americani di poter usare le stesse frequenze (5.9 GHz) per altri servizi wi-fi su strada, mentre le aziende dell’automotive sono convinte che ciò interferirebbe con i sistemi V2V a scapito della sicurezza.
Il Segretario americano ai Trasporti Anthony Foxx ha indicato che i regolatori del settore auto proporranno una norma entro fine 2015 che richiederà di installare la tecnologia V2V sui veicoli; al tempo stesso il ministero dei Trasporti valuterà se le frequenze per il V2V possono essere condivise con aziende di altri settori.
Le sfide per questo settore non mancano: “Le tecnologie V2V non sono del tutto nuove, sono già usate nell’industria marittima, dell’aviazione e della logistica”, commenta Ryan Martin, associate analyst di 451 Research. “Ma la grande differenza del settore automotive è la frammentazione: la varietà e il volume di veicoli che devono essere in grado di comunicare. A ciò si aggiungono la necessità di definire un quadro regolatorio, la gestione dei dati e la fornitura di device per le comunicazioni con le macchine. Il panorama è molto più ‘congestionato’ di quello cui siamo stati abituati finora nell’ambito dei veicoli connessi”.