NORME

Elettrosmog, Fondazione Bordoni: “L’Italia si allinei alla Ue”

Il presidente Alessandro Luciano: “Se le norme non saranno conformi a quelle dell’Unione il Paese rischia di essere penalizzato nel campo del wireless, proprio nel momento in cui stanno per esplodere il 5G e l’Internet of things”

Pubblicato il 01 Lug 2015

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“Siamo in attesa di nuove linee guida. Ma ciò che desidero sottolineare è che resta ancora aperto il tema dell’allineamento della normativa italiana con quella europea. Occorre riconsiderare al più presto, come previsto recentemente dal Governo nelle strategie per la banda ultralarga, questo riallineamento, per non penalizzare il nostro Paese sia nell’apertura di nuove bande per il wireless, sia per non pregiudicare le evoluzioni future: il 5G e l’Internet of Things potranno svilupparsi pienamente solo in un nuovo quadro normativo”. Lo afferma Alessandro Luciano (nella foto), presidente della fondazione Ugo Bordoni, alla vigilia dell’incontro con una delegazione cinese nella cornice del Memorandum di collaborazione triennale firmato lo scorso settembre 2014 in Cina fra l’Arpa di Piemonte, i tecnici della Fub ed il Beijing Environmental Protection Beaureau, l’agenzia per l’ambiente di pechino. Al centro della collaborazione ci sono i progetti e le norme dei due Paesi in materia di monitoraggio ambientale e di elettromagnetismo.

Questa collaborazione si inserisce nel più ampio Programma di Scambio sino-italiano siglato nel 2000, che prevede, fra l’altro, la condivisione di know how sul fronte degli standard e delle norme sull’elettromagnetismo, sulle nuove modalità di monitoraggio e, soprattutto, sulle modalità di diffusione e comunicazione sulla materia che, in Cina come in Italia, è ritenuta di grande interesse, rappresentando ancora un tema molto caldo e sensibile.

Proprio in queste ore è previsto il secondo incontro con la delegazione di Pechino, che sarà ospitato presso la sede della Fondazione Ugo Bordoni di Pontecchio Marconi, servirà ai tecnici della fondazione per mostrare ai colleghi cinesi gli strumenti e le tecniche di monitoraggio dei campi elettromagnetici ma soprattutto, e le strategie di comunicazione adottate per sensibilizzare i cittadini e gli enti locali.

“E’ un periodo di crescente credibilità internazionale dell’Italia – continua Luciano – fa sempre piacere quando il nostro Paese viene visto come un modello di eccellenza da imitare. In materia di campi elettromagnetici, la Fondazione ha da sempre svolto un ruolo primario in termini di ricerca ed innovazione, ma soprattutto in termini di comunicazione al cittadino. Sono state centinaia, infatti, le campagne di sensibilizzazione promosse in tutta Italia. La popolazione cinese, come quella italiana, è preoccupata dai rischi legati ad un eccesso di esposizione ai campi elettromagnetici, ma abbiamo verificato che in Cina, come del resto da noi, le emissioni sono nella norma. La nostra esperienza mi permette di dire quanto sia importante che la comunicazione sia adeguata e chiara, sia per i cittadini che per le Istituzioni, sul tema delle emissioni. Tutto ciò che per la Fub oggi è esperienza consolidata in termini di collaborazione con le Arpa – conclude – che va avanti dai primi anni 2000 con le reti di monitoraggio, ed è ancora un tema vivo e di grande interesse per la Cina”.

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