Costi troppo alti per le imprese, inefficienze dal punti di vista informatico e tecnologico. La Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) critica il bando di gara Consip da 260 milioni che dovrà aggiudicare i servizi in concessione del Sistri. A raccontare a CorCom cosa non funziona nel bando Barbara Gatto, coordinatrice del Dipartimento Politiche Ambientali della Cna Nazionale.
Cosa non va nella gara Consip?
Si tratta di un capitolato da 260 milioni che, nella pratica, ha come oggetto la piattaforma già esistente basata sull’attuale impianto normativo e di servizio. Non abbiamo rilevato nessun passo in avanti verso quello che sarebbe dovuto essere il “nuovo” Sistri ma solo una replica del vecchio sistema. Anche da punto di vista della sostenibilità economica.
In che senso?
I costi per le imprese, soprattutto per quelle medio-piccole, sono troppo alti. Facendo una media abbiamo stimato una spesa ad impresa pari a 3500 euro, una cifra molto maggiore rispetto all’attuale sistema cartaceo. Se sommiamo il fatto che il sistema non si può considerare nuovo e che costa molto, le imprese più che un vantaggio dalla tracciabilità del rifiuti avranno solo svantaggii.
Ma la gara prevede anche un’evoluzione della piattaforma che voi di Cna, in sede di consultazione avevate fortemente auspicato.
Avevamo evidenziato la necessità di superare i dispositivi hardware del Sistri quali chiavette e black box. Ma nel bando il riferimento alle evoluzioni del sistema è talmente generico che può significare tutto e niente.
Avete criticato anche la tempistica delle gara. Perché?
Si prevede di metter a gara il Sistri entro l’anno, ma considerando le evoluzioni necessarie è possibile che si arrivi al “nuovo” – se così possiamo definirlo – sistema non prima nella fine del 2016. In questo lasso di tempo le imprese avranno ancora a che fare con l’attuale Sistri e con i suoi alti costi.
Cna sta pensando ad azioni legali?
Stiamo ancora valutando le possibili azioni, ma ovviamente il nostro auspicio è che non si debbano fare ricorsi ma che si trovi una soluzione condivisa ed efficiente con il ministero dell’Ambiente.