“Non abbiamo affatto paura dell’arrivo di Netflix, anzi laddove arriva, ha l’effetto di aprire il mercato. Un esempio per tutti: il mercato danese del Tvod oggi vale 100 milioni di euro per 5 milioni di abitanti, il mercato italiano solo 27 milioni, rispetto a una popolazione di circa 60 milioni. Aspettiamo con entusiasmo che quest’onda arrivi, perché si prevede una crescita del mercato vod doppia rispetto agli stati uniti. Preferisco infatti un mercato più competitivo ma regolamentato.” Lo ha detto Stefano Parisi, fondatore e amministratore delegato di Chili, a margine della tavola rotonda “Politiche dell’audiovisivo e diritto d’autore”, organizzato dalla Commissione Europea.
“Il tema di oggi è come proteggere l’industria europea e come allineare la stessa ai nuovi entranti. Come possiamo dare una nuova opportunità? – ha detto Parisi – Noi siamo indipendenti e questo è un grande vantaggio, rispetto ai nostri concorrenti, perché l’indipendenza rappresenta proprio il nostro core business e abbiamo l’obiettivo è di diventare una piattaforma europea. Ma al momento per diventare una piattaforma europea dobbiamo stipulare 28 contratti con ciascuna major, fare l’encoding in 24 lingue, avere rapporti con 28 Siae diverse: questo comporta un 60% di costi in più rispetto ad una piattaforma americana. Ci stiamo facendo le ossa in un mercato domestico molto frammentato, poco dinamico perché ci scontriamo con normative locali e non comunitarie. Dobbiamo avere il coraggio di superare queste barriere per poter diventare forti e portare la competizione a livello europeo, altrimenti non abbiamo futuro”.
“Sul tema serio della tutela dei minori dobbiamo essere consapevoli che il vero nemico da sconfiggere è la pirateria che rappresenta un rischio troppo elevato per i minori e non siamo ancora in grado di controllarlo, oltre che a togliere ricavi ai produttori e ai distributori”, ha conluso Parisi.