Penso che la trasformazione digitale sia la vera trasformazione del nuovo millennio. E ciò vale tanto per i cittadini quanto per tutte le imprese: soprattutto per imprese come le nostre che si occupano di servizi pubblici, in particolare di servizi finali al cittadino dall’impatto potenziale grandissimo. Noi, ad esempio, stiamo lavorando a partire dal concetto di smart city, con l’obiettivo di rendere le città più fruibili per l’utente e i cittadini. In questa prospettiva la digitalizzazione ha un ruolo fondamentale. Abbiamo fatto esperimenti molto interessanti e innovativi nel campo della domotica e della robotica applicata ai servizi pubblici. Penso, poi, a tutto il tema delle smart grid, delle reti intelligenti. È una delle frontiere più promettenti per i prossimi anni. Nella trasformazione digitale i giovani sono una risorsa fondamentale, in particolare per la differenza di modelli mentali e di ragionamento tra “nativi digitali” e persone più anziane di loro. Mi pare un gap incolmabile per quanto uno sia propenso all’innovazione. Col progetto “futura A2A”, abbiamo coinvolto i 300 nostri giovani laureati su idee di innovazione. Ne sono emersi oltre 200 proposte e penso ne applicheremo una quindicina. Mi pare poi utile rilevare che l’innovazione attecchisce meglio all’interno di un caos organizzato, piuttosto che all’interno di una tradizionale struttura gerarchica e ordinata. La flessibilità dell’organizzazione, la responsabilizzazione delle persone, il non penalizzare l’errore, il dare spazio alle nuove idee e ragionare open mind sia individualmente che come organizzazione complessa sono ingredienti molto importanti per produrre innovazione. Sapendo, poi, che l’innovazione procede anche per errori e per sperimentazioni.
Valotti: “L’innovazione tende a nascere nel caos (organizzato)”
Il presidente di A2A: “L’innovazione procede anche per errori e per sperimentazioni. Bisogna dare spazio alle nuove idee e ragionare open mind”
Pubblicato il 21 Lug 2015
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