IL CASO

Gara Spc, contratti bloccati fino a gennaio. E su Tiscali l'”ombra” dei russi

I numerosi ricorsi al Tar contro l’appalto da 2,4 miliardi aggiudicato per il 60% alla società fondata da Soru rallentano la tabella di marcia. E sul cammino ci si mette pure la fusione con Aria: sarà il fondo Otkritie ad avere la maggioranza della newco. Il Sistema pubblico di connettività finirà in mani extra-Ue?

Pubblicato il 20 Lug 2015

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Il nuovo sistema pubblico di connettività (SPC)- asse portante di tante riforme digitali previste nell’agenda di Governo 2014-2020- dovrà aspettare almeno altri sei mesi per vedere la luce. Attenderà infatti l’esito dei numerosi ricorsi pendenti al Tar del Lazio, per una sentenza che ad oggi è fissata per il 16 gennaio 2016.

Sono già passati quasi tre mesi dal giorno in cui è stata aggiudicata la gara SPC di Consip da 2,4 miliardi di euro (ad aprile), con Tiscali che per la prima volta è risultata al primo posto, ottenendo il 60% della fornitura. Al momento siamo alla fase dei collaudi di quest’ultima, alla quale in teoria dovrebbe seguire la firma dei nuovi contratti (dopo Tiscali, hanno vinto BT Italia con il 20%; RTI Vodafone Omnitel-Ericsson Spa con il restante 20%).

Tuttavia non sarà un passaggio automatico: a quanto risulta al Corcom, il giudice e le parti si sono accordati informalmente per rimandare le firme a dopo la sentenza di merito. Il Tar del Lazio non ha dato quindi una sospensiva formale dell’aggiudicazione, ma l’effetto pratico è lo stesso. Nel frattempo, la fornitura proseguirà con il regime precedente (nelle mani di Telecom Italia e Fastweb). Tiscali, contattata dal nostro sito, conferma ma si dice “serena nell’attesa del pronunciamento del Tar del Lazio”.

Sulla gara sono pendenti quattro ricorsi da parte di Telecom Italia che ha impugnato tanto il bando quanto il procedimento di gara; Fastweb che ha impugnato l’intero procedimento di gara; BT Italia, nonostante sia assegnataria di un lotto; Wind che ha impugnato l’intero procedimento di gara.

In questa fase, potrebbe pesare anche il clima politico negativo, dopo la fusione annunciata tra Tiscali-Aria con un fondo russo che acquisirà la quota di maggioranza relativa della nuova società. E’ della scorsa settimana una nota allarmata del presidente della commissione Finanze Daniele Capezzone (Forza Italia): “è’ assolutamente comprensibile e condivisibile l’allarme lanciato da chi sottolinea il combinato disposto di due eventi- scrive. Dapprima, l’esito della gara svolta a suo tempo da Consip per il servizio pubblico di connettività, cioè per il trasporto di dati della Pubblica Amministrazione, incluse le forze dell’ordine, vinta da Tiscali con un enorme ribasso. Ora, giunge la notizia del passaggio di Tiscali sotto il controllo di una società russa. La somma dei due fatti porta dati per definizione sensibili e strategici per l’Italia in mani russe”. “Interrogherò il ministero dell’Economia e la presidenza del Consiglio per sapere se abbiano qualcosa da dire al riguardo”, conclude.

In generale, adesso è ai massimi livelli l’attenzione dell’Italia per i temi di segretezza delle informazioni di rilevanza nazionale, anche dopo il noto disastro Hacking Team.

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