Nel 2014, secondo dati del Politecnico di Milano, su circa 10mila brevetti depositati in Italia, il 28,86% dei depositi è avvenuto in Lombardia e il 25% del totale italiano nella sola Milano, che forte di questi numeri chiede di ospitare una sede della Corte europea dei brevetti.
La richiesta di avere la sede europea nel capoluogo lombardo, probabilmente all’interno del Tribunale, è stata avanzata nei giorni scorsi al governo dal sindaco Giuliano Pisapia e dal governatore lombardo Roberto Maroni, un’alleanza che è andata oltre le logiche politiche classiche per trasformare in realtà un’opportunità che la città insegue da tempo.
Il progetto è stato illustrato nell’ambito di un incontro organizzato all’ Urban center milanese con il Comune, il Politecnico, il centro studi Grand Milano e il centro studi anticontraffazione ed esponenti del tessuto imprenditoriale e cittadino.
Sulla sede a Milano “confermo l’impegno perché accada e accada rapidamente”, ha affermato nel suo intervento il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari europei Sandro Gozi.
La richiesta di Milano segue la decisione del Governo di aderire al Brevetto unitario dell’Unione europea. Secondo i promotori della candidatura, Milano è ritenuta la sede “naturale” per il tribunale dei brevetti deputato a dirimere le controversie in materia di copyright tra i vari paesi europei.
Tra i brevetti europei, al primo posto per depositati si trovano gli Stati Uniti, seguiti dal Giappone, terza posizione per la Germania. L’Italia è all’undicesimo posto.