L’ambizione di Microsoft è un business cloud che vale 20 miliardi di dollari. L’azienda, che si trova a fronteggiare un decennio particolarmente duro, soprattutto dopo il lungo declino patito con Steve Ballmer, l’incapacità di affrontare il cambiamento di mercato, la supremazia di Apple, l’esplosione di Google, il cambiamento delle regole del gioco che Bill Gates negli anni Settanta aveva abilmente piegato a suo vantaggio (“il valore è nel software”), la deflagrazione di mobile e di social media, adesso gioca la carta del cloud. Anche per compensare il bagno di licenziamenti pianificati dall’azienda.
Da una trimestrale che non ha il segno positivo soprattutto a causa dell’acquisizione di Nokia, infatti, emerge la parte del software su cloud. Le revenue di quest’area sono cresciute dell’88% arrivando a 832 milioni di dollari guidate da Office 365, Azure e Dynamics CRM Online. Con un totale annualizzato di oltre 8 miliardi di dollari.
Il Ceo Satya Nadella ritiene che l’azienda arriverà al traguardo dei 20 miliardi di dollari di fatturato per il cloud nell’anno fiscale 2018. Soprattutto vista la crescita di alcuni segmenti di software cloud: «Office 365 – ha detto Nadella – oggi è presente su quattro ogni cinque aziende del Fortune 500, con una base di installato premium del 55%. La metà dei rinnovi del trimestre sono stati nel cloud. Questo è il futuro».
Microsoft spinge davvero molto in quest’area, investendo in tecnologie, datacenter, software, sistemi di gestione e tipologie di offerte commerciali. Anche la sicurezza nella nuvola è una preoccupazione costante, soprattutto alla luce delle ultime notizie sulle brecce nei software made in Redmond causate dal lavoro di spionaggio dell’italiana Hacking Team, che ha poi perso le sue armi digitali divenute “pubbliche”.
Tornando al cloud, Azure, la portabandiera dell’azienda in questo settore, è cresciuta in tripla cifra. I SaaS (Software as a Service) crescono e fanno crescere tutto il sistema cloud di Microsoft. Ben 17mila clienti per i servizi di mobilità enterprise, e molto più per quanto riguarda Azure Premium Services, che nell’ultimo trimestre sono triplicati.