LA E-COSTITUZIONE

In Italia l’accesso al Web diventa un diritto

Nella “Dichiarazione dei diritti in Internet” riflettori anche sul rapporto tra utenti e social network. Educazione al centro di uno sviluppo equilibrato della Rete

Pubblicato il 27 Lug 2015

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La Magna Charta di Internet diventa realtà. Domani, martedì 28 luglio, alle ore 12, presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio si terrà la conferenza stampa di presentazione della “Dichiarazione dei diritti in Internet”. L’appuntamento, cui parteciperà la presidente della Camera, Laura Boldrini, Stefano Rodotà, presidente della Commissione che ha redatto il documento e altri membri della Commissione stessa.

Il testo elaborato dalla Commissione, anche per la specificità di Internet, individua una serie di principi generali che abbracciano le diverse tematiche connesse all’uso della rete. Non intende invece costituire una forma di regolamentazione secondo il classico modello normativo. Al centro del documento ci sono di diritti dell’utente che accede alla rete – l’accesso al Web è considerato un diritto – con un’attenzione particolare alla privacy, all’educazione e al rapporto dei consumatori con social network ma anche con le aziende di software e hardware.

La Presidenza della Camera dei deputati ha promosso la costituzione di una Commissione di studio per l’elaborazione di principi in tema di diritti e doveri relativi ad Internet un anno fa. A far parte della Commissione, che ha iniziato i suoi lavori il 28 luglio 2014, sono stati chiamati deputati attivi sui temi dell’innovazione tecnologica e dei diritti fondamentali, studiosi ed esperti, operatori del settore e rappresentanti di associazioni. Per la prima volta in Italia è stata istituita in sede parlamentare una Commissione su questi temi.

L’iniziativa, che fa seguito ad alcuni incontri e seminari svolti proprio alla Camera dei deputati su questi argomenti, nasce anche in coincidenza con altre iniziative analoghe, assunte in questo ambito negli ultimi anni, con una recente accelerazione a livello internazionale. Tra queste, l’approvazione in Brasile della legge cosiddetta “Marco civil” nell’aprile 2014, le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea dell’8 aprile (Google-Spain) e del 13 maggio 2014 (Digital rights Ireland), la raccomandazione del Consiglio d’Europa anch’essa del 16 aprile 2014 (sulla protezione dei diritti umani su Internet) e la sentenza della Corte Suprema Usa del 25 giugno 2014 (sulla privacy relativa ai telefoni cellulari).

Tutto ciò si aggiunge alle molte iniziative provenienti dalla società civile che in questi ultimi anni si sono mosse nella direzione della elaborazione di specifici principi per il governo della rete.

L’8 ottobre 2014 la Commissione ha varato una prima bozza di dichiarazione dei diritti in Internet, i cui contenuti – sintetizzati in 14 articoli – sono stati sottoposti all’attenzione dei partecipanti alla riunione dei Parlamenti dei Paesi membri dell’Unione europea e del Parlamento europeo sui diritti fondamentli che si è tenuta presso la Camera il 13 e il 14 ottobre 2014 nel corso del Semestre di presidenza dell’Unione europea.

Il testo è stato poi sottoposto a una consultazione pubblica (dal 27 ottobre 2014 al 31 marzo 2015) per assicurare la partecipazione più larga possibile all’individuazione dei principi in esso contenuti. All’esito della consultazione pubblica e di un ciclo di audizioni di associazioni, esperti e soggetti istituzionali, i principi sono stati rielaborati e trasfusi in un nuovo testo della Carta dei diritti, che si propone come sintesi piuù avanzata delle diverse posizioni e sensibilità emerse. Durante la conferenza stampa la presidente Boldrini annuncerà anche quali saranno le prossime tappe.

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