LA CRISI

Moneta digitale nel “piano B” della Grecia

L’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis aveva in mente una strategia in caso di fallimento dei negoziati con la Ue: “Trasferimenti di denaro in formato elettronico fino alla reintroduzione della dracma”

Pubblicato il 27 Lug 2015

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Un piano B “digitale” per passare dall’euro alla dracma. Era quello pensato da Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco, in caso di fallimento dei negoziati con la Ue. “Il primo ministro, prima che vincessimo le elezioni, mi aveva dato l’ ok per formulare un piano B. Io ho messo in piedi un piccolo team che avrebbe dovuto lavorare sottotraccia per ovvie ragioni”, dice Varoufakis in un audio pubblicato sul sito dell’ Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF) in cui spiega a un gruppo di fund manager della City il suo “piano segreto” per gestire il passaggio a una nuova valuta in caso di fallimento dei negoziati con Bruxelles. A capo del gruppo l’economista Usa James Galbraith.

“Ci stavamo preparando su diversi fronti”, dice Varoufakis nell’ audio pubblicato – con il suo consenso – dall’ OMFIF e registrato durante una conference call una settimana dopo le dimissioni di Varoufakis dal governo. “Prendiamo il caso dei primi momenti in cui le banche sono chiuse, i bancomat non funzionano e ci deve essere un qualche sistema di pagamento parallelo per permettere all’economia di stare in piedi per un po’ e per dare alla gente la sensazione che lo Stato abbia tutto sotto controllo e che ci sia un piano”, dice ancora Varoufakis.

In questo frangente il team “coordinato” dall’economista Usa Galbraith aveva ideato un sistema di pagamento “ombra” basato sul sito dell’ agenzia delle entrate greco che avrebbe permesso, attraverso un pin fornito a chi doveva del denaro, fosse lo Stato o soggetti privati, di trasferire la somma in questione in un “formato digitale” e nominalmente in euro. “Questo sistema era ben sviluppato e avrebbe fatto una gran differenza”, dice ancora Varoufakis.

“Avremmo potuto estendere il sistema agli smartphone con un’app e sarebbe potuto diventare un funzionale meccanismo finanziario parallelo: al momento opportuno sarebbe stato convertito nella nuova dracma”. Varoufakis, nella conversazione telefonica, dice anche che la crisi greca “non è affatto finita” e che la difficoltà di tradurre in realtà il piano stava “nel passare dalle cinque persone che lo stavano immaginando alle 1000 che avrebbero dovuto realizzarlo”.

Per la fase due serviva una nuova autorizzazione da parte del primo ministro Alexis Tsipras. Autorizzazione che non è mai arrivata. Galbraith, in un post apparso sul blog di Varoufakis, ha confermato di aver preso parte al gruppo di lavoro segreto dell’ ex ministro greco. “Ho lavorato cinque mesi, dai primi di febbraio ai primi di luglio, a stretto contatto con Yanis Varoufakis ed ero parte del gruppo di lavoro che ha elaborato a piani alternativi contro potenziali tentativi di asfissiare il governo greco, compreso azioni aggressive per spingere il Paese ad abbandonare l’ euro”.

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